Le aree più segrete della centrale nucleare di Chernobyl svelate da un fotografo che è riuscito ad accedervi: ecco le foto dal luogo del disastro del 1986
Il fotografo e regista polacco Arkadiusz Podniesiński ha trascorso più di 10 anni documentando le conseguenze del disastro di Chernobyl. Dal suo primo viaggio in loco nel 2008, non ha più smesso di immortalare la centrale nucleare, le aree limitrofe e soprattutto quelle più segrete e inaccessibili, mettendo a rischio la sua stessa vita. Non sempre, e non ovunque, le misure protettive sono infatti sufficienti per proteggere il corpo dalle radiazioni.
Tra i protagonisti delle sue foto ci sono detriti e oggetti abbandonati da anni, come vecchi servizi in porcellana, documenti e orologi da parete, ma anche vecchi edifici abbandonati a se stessi, invasi dalla vegetazione circostante.
In un’intervista che ha rilasciato a My Modern Met, ha infatti affermato che negli ultimi 35 anni, “gli edifici abbandonati e non ristrutturati, da cui sono state evacuate più di 100.000 persone, stanno lentamente ma inesorabilmente decadendo. La causa principale, ovviamente, è il passare del tempo e le condizioni atmosferiche come neve, pioggia, gelo e umidità che distruggono progressivamente le strutture in acciaio e cemento degli edifici.”
Il fotografo, che durante i suoi reportage indossa sempre una tuta protettiva e una maschera, documenta anche i progetti di smantellamento e di lavorazione del combustibile, sebbene in alcune stanze l’accesso sia vietato.
Podniesiński ha spiegato che “il lavoro con materiali pericolosi ha richiesto la progettazione e la costruzione di strutture completamente nuove come il Nuovo Confinamento Sicuro, che copre il vecchio sarcofago, o la progettazione di nuovi macchinari e attrezzature per rendere possibile la lavorazione di materiali radioattivi.”
Ciò nonostante, nulla può veramente proteggere, ha dichiarato, dalle radiazioni nelle profondità del vecchio sarcofago del reattore 4.
Nel corso delle sue esplorazioni è riuscito persino a immortalare le radiazioni invisibili di un’area ad alto rischio sotto forma di piccoli punti luminosi, come si può vedere nella foto seguente.
Podniesiński ha realizzato un film documentario su Chernobyl, “Alone in the Zone” (2011, 2013), che esplora le condizioni in evoluzione del sito e la vita di coloro che lo abitano. E un album fotografico “HALF-LIFE: From Chernobyl to Fukushima” (2018), che ha richiesto più di 10 anni per essere scritto e che documenta anche le conseguenze di Fukushima, esaminando l’impatto politico e ambientale del disastro nucleare.
E allora addentriamoci insieme a lui nel mondo segreto di Chernobyl.
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FONTE: My Modern Met
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