Gelso: perché ricominciare a coltivare questo albero anti-inquinamento, pianta medicinale antica e dimenticata, dai golosi frutti

Come coltivare il gelso, una pianta dimenticata che in passato era ricercata e preziosa non solo per i suoi golosissimi frutti

Ci sono circa 68 specie del genere Morus, a cui appartiene il gelso. La maggior parte di queste specie si trova in Asia, specialmente in Cina (24 specie) e Giappone (19 specie), mentre il genere è scarsamente rappresentato in Africa, Europa e Vicino Oriente, e non è presente in Australia. Parliamo di una pianta appartenente alla famiglia delle Moracee, già nota presso gli antichi Romani dai frutti molto succosi e dissetanti. Il gelso è una pianta perenne legnosa decidua a crescita rapida con un apparato radicale profondo. Le foglie sono semplici, alterne, stipulate, picciolate, intere o lobate e le piante sono generalmente dioiche.

Il principale agente impollinatore nel gelso è il vento. Il gelso, bianco o nero,  (Morus alba, Morus nigra) è una pianta che ben si adatta al nostro clima ed è coltivato fin dai tempi antichi per i molteplici usi del fogliame, per il suo impatto positivo nel recupero di terreni degradati, nel biorisanamento di siti inquinati, nella conservazione dell’acqua, nella prevenzione dell’erosione del suolo e il miglioramento della qualità dell’aria. Il gelso è anche usato come pianta medicinale grazie ai composti farmacocinetici biologicamente attivi presenti nelle parti di foglie, fusti e radici, ma tutti sanno che viene sfruttato soprattutto dalle industrie della sericoltura poiché le sue foglie sono il nutrimento dei bachi da seta (Bombyx mori), oltre che per gli animali domestici. Anche le foglie tenere possono essere usate per il consumo umano, essendo un po’ dolci.

Il gelso come pianta medicinale

In fitoterapia, la maggior parte delle componenti dell’albero del gelso risultano utilizzabili, dunque non solo i frutti ma anche le la corteccia, le radici e le foglie. In particolare, il gelso bianco ha effetti diuretici e lassativi e dunque, è ottimo per coloro che soffrono di stitichezza. Il gelso nero invece, oltre alle proprietà lassative è un ottimo decongestionante, rinfrescante, tonico e lenitivo. Ha proprietà depurative e antibiotiche (che ritroviamo nelle foglie) tanto che anche in passato veniva impiegato in forma di collutorio per lenire le infiammazioni della bocca e della gola, ma anche contro la tosse e come espettorante. In genere, la corteccia viene impiegata mediante decotti, ottimi per la stitichezza, le foglie invece, messe in infusione hanno proprietà diuretiche. Come accennato prima, la proprietà di maggiore importanza è quella ipoglicemizzante e al riguardo si stanno effettuando ancora degli studi per comprendere esattamente quali sono i componenti responsabili di questa caratteristica da sfruttare proprio per i pazienti affetti da diabete di tipo I e II.

Il gelso come purificatore ambientale

Le parti aeree del gelso possono assorbire gli inquinanti atmosferici e le sue radici gli inquinanti del suolo: le foglie delle piante di gelso hanno una forte capacità di assorbire anidride carbonica, monossido di carbonio, acido fluoridrico, anidride solforosa e cloro dall’atmosfera e le sue radici di assorbire gli inquinanti dal suolo.  Questa pianta può assorbire 5,7 g anidride solforosa per kg di foglie secche. Le radici del gelso hanno un diametro maggiore in prossimità della porzione di fusto e quindi diminuiscono rapidamente di dimensioni formando una struttura fibrosa simile a un tappeto che consente loro di assorbire alte concentrazioni di inquinanti di carbonio dal suolo.

E’ quindi la pianta ideale da piantare per recuperare terreni contaminati intorno alle industrie e alle fabbriche di prodotti chimici.

Come utilizzare il gelso in cucina

In cucina, il gelso è protagonista di confetture, gelati, creme e yogurt ma può essere consumato anche tal quale. Vi lasciamo una ricetta semplice per realizzare un’ottima marmellata a base di questo frutto.

Marmellata di gelso

marmel lata di gelsi

Ingredienti

  • More di gelso 1,5 Kg (potete usare le bianche o le nere, o mixarle insieme)
  • Zucchero di canna 350 g.
  • Succo di mezzo limone
  • 1 mela grattugiata

Procedimento

Come per tutte le conserve e le marmellate, procuratevi dei vasetti sterilizzati, altrimenti effettuate prima la solita operazione. In una pentola capiente mettete i frutti ben lavati e puliti con lo zucchero di canna, il succo di mezzo limone e la mela grattugiata. Mescolate fino a che non comincia a sbollire e a fare le bollicine, poi spegnete e lasciate riposare per una notte. Il giorno dopo, fate bollire ancora il tutto per una mezz’ora, schiumandola . Invasate la marmellata ancora calda e rimettete a bollire i barattoli per ottenere il sottovuoto.

Decotto depurativo di gelso

Se poi volete liberarvi dai bagordi invernali ecco per voi un decotto depurativo: procuratevi una bella manciata di foglie di gelso e fatele bollire per cinque minuti in un litro di acqua. Filtrate e bevete nell’arco della giornata.

Come coltivare il gelso

Come coltivare il gelso

Gli alberi di gelso sono semplici da coltivare. Il modo più semplice per coltivare queste piante è acquistare giovani esemplari già provvisti di radici e di potare i giovani alberi a fine inverno per permettere loro di sviluppare forti rami strutturali. Una volta che la pianta sarà cresciuta, prendete in considerazione la potatura estiva dei rami per rendere l’albero più di forma arrotondata. Fertilizzare in primavera con compost e pacciamare per mantenere il terreno uniformemente umido fin quando la pianta non sarà grande e robusta.

Clima ed esposizione

Il gelso può essere coltivato dal livello del mare fino a un’altitudine di 1 000 m. Il gelso nero è un po’ meno resistente al freddo del gelso bianco ed è perciò una specie più diffusa in regioni meridionali dove veniva ampiamente coltivato per la produzione dei frutti. Oggi è maggiormente usato come albero ornamentale; la presenza di alberi di gelso da frutto è attualmente piuttosto rara e gli esemplari presenti sono spesso molto vecchi.  Il gelso prospera in varie condizioni climatiche che vanno dal temperato al tropicale situato a nord dell’equatore tra 28° N e 55° N di latitudine. Il range di temperatura ideale è da 24 a 28°C. Il gelso cresce bene in luoghi con precipitazioni annue comprese tra 600 e 2 500 mm. Nelle aree con scarse precipitazioni, la crescita è limitata dallo stress idrico, con conseguente bassa resa. Il gelso richiede mediamente 340 m3/ha di acqua ogni dieci giorni in caso di terreni argillosi e 15 giorni in terreni argillosi.  La disponibilità di sole è uno dei fattori che controllano la crescita e la qualità delle foglie.

Condizioni del suolo e temperatura

Il gelso prospera bene in terreni piatti, profondi, fertili, ben drenati, da argillosi a argillosi e porosi con una buona capacità di trattenere l’umidità, ma possono crescere anche in terreni aridi con terreno di tipo grossolano e povero di nutrienti e in terreni disturbati da condizioni di ristagno idrico, sotto stress da siccità e in condizioni di salinità.

Il gelso ha un apparato radicale forte e profondo che forma una rete molto intricata e densa, con radici secondarie e terziarie in qualsiasi tipo di terreno, che gli consente di resistere ai periodi secchi e sfavorevoli. Queste caratteristiche hanno permesso anche alle piante di gelso di resistere a tempeste e vento forte, di coltivare piante di gelso anche in terreni aridi e altamente contaminati ed addirittura di utilizzarle con successo per la bonifica di terre salmastre e aree desertiche pietrose. E’ una pianta in grado di resistere a condizioni ambientali avverse da -30 °C  fino a temperature di oltre 40 °C.  Le piante di gelso sono state anche utilizzate con successo per l’ecorestorazione di terre salmastre e aree desertiche pietrose.

@rachenphotographer/123rf.com

Moltiplicazione per talea

Potete anche creare voi stessi una talea partire da una pianta già esistente, preferibilmente iniziando in autunno:

  1. Per prima cosa preparate un vaso con un mix di terriccio, perlite e sabbia e innaffiate.
  2. Tagliate diversi rami sani che misurano circa 20 cm di lunghezza utilizzando un coltello affilato in modo da non creare strappi nel tessuto vegetale, tagliando appena sopra un nodo fogliare, che è il punto in cui una foglia o un bocciolo emergono dallo stelo.
  3.  Rimuovete fiori, gemme e foglie dalla metà inferiore dei rametti tagliati.
  4. Se volete, comprate dell’ormone radicante in polvere o liquido e immergete qualche centimetro della vostra talea per una notte prima di piantarla, seguendo le istruzioni del prodotto.
  5. Piantate le talee ad una profondità di circa un terzo della loro lunghezza.
  6. Posizionate il vaso all’ombra e tenete il terreno ben umido. Dopo circa quattro settimane controllate che siano nate le radici e a questo punto potete trapiantare le talee in un vaso più grande, e poi all’aperto quando il clima si riscalda in primavera.

La raccolta: i frutti di gelso

Il “frutto” del gelso è una mora, di colore nero violaceo o bianco. I frutti, chiamati impropriamente more di gelso, sono infruttescenze composte formate dall’unione di un frutto vero e proprio, le nucule, e un falso frutto, che costituisce la polpa.

Il nome corretto di questa infruttescenza è sorosio e somiglia ad un piccolo lampone o ad una mora di rovo, ma è più grosso ed allungato. I gelsi hanno pochi estimatori, oltre agli uccelli e di solito un grande albero produce più gelsi di quanto voi e gli uccelli possiate mangiare, ma se volete tenerli tutti per voi coprite gli alberi con una rete durante la fruttificazione.

I “frutti” cadono dall’albero quando sono maturi ed in quel periodo è consigliabile mettere sotto alla pianta  dei fogli di stoffa da pacciamatura in modo che non finiscano sul terreno e per fare una raccolta scuotendo i rami.

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