Aumentano le segnalazioni a Roma di cornacchie particolarmente aggressive, che stanno spaventando i passanti. Ma la Lipu minimizza
Aumentano le segnalazioni a Roma di cornacchie particolarmente aggressive, che stanno spaventando i passanti. Ma la Lipu (Lega italiana protezione uccelli) minimizza, riferendo che è un fenomeno relativamente limitato, prevalentemente dovuto al nostro errato rapporto con la natura, che non durerà comunque più di 7-10 giorni.
Le segnalazioni riguardano in particolare i quartieri Eur, Monteverde e Salario-Trieste, ove alcuni pedoni sono stati attaccati riportando in qualche caso alcune ferite. Secondo la Lipu, il problema risiede sempre, come al solito, nel nostro distorto comportamento con il resto degli ecosistemi. Che, a volte, si ribellano. Ma comportandosi in modo adeguato i rischi sono relativi.
Perché questi attacchi?
Molto spesso questi attacchi sono in difesa dei piccoli. Questo è infatti il periodo della riproduzione.
Il problema interessa circa una settimana o massimo 10 giorni all’anno per coppia – spiega all’Agi Francesca Manzia, responsabile del Centro recupero fauna selvatica della Lipu a Roma – Infatti questa aggressività verso l’uomo è in sostanza legata alla difesa dei loro piccoli. Dopo la nidiata, questi vengono accompagnati in strada per lo svezzamento. Sono esposti ai pericoli e i genitori possono essere molto apprensivi nella difesa dei piccoli.
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Come comportarci
Dobbiamo imparare (ancora) a convivere con gli animali, rispettandoli, precisano gli esperti della Lipu, lasciando loro gli spazi di cui hanno bisogno e assecondando il loro volere: quando sentiamo una cornacchia gracchiare in modo insistente, per esempio, dobbiamo allontanarci.
In generale poi è bene non dare loro da mangiare e naturalmente non favorire l’insediamento dei nidi all’interno dei nostri spazi.
In città bisogna convivere con gli animali selvatici – riferisce ancora l’esperta – ma occorre rispettare le loro naturali predisposizioni. Una sana convivenza.
Non è sempre facile, in realtà, ma è anche vero che l’uomo spesso non ci prova neppure.
Cerchiamo di spiegare che come noi ci rapportiamo agli animali causa la loro reazione – aggiunge Manzia – Se noi diamo loro da mangiare quando sono piccoli, poi da grandi questi animali non riconosceranno l’uomo come un pericolo valutando così anche di poterlo attaccare. Se una cornacchia da piccola ha avuto una aggressione da parte di un uomo, poi, potrebbe attaccare quando penserà di trovarsi nuovamente davanti al pericolo.
Un problema dunque, certo, ma che possiamo limitare imparando a rispettare gli altri esseri viventi. Cosa che spesso, purtroppo, dimentichiamo.
Fonti di riferimento: Agi
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