Congo: oltre 170 bambini dispersi e 15 vittime dopo la devastante eruzione del vulcano Nyiragongo

È di 170 bambini dispersi e 15 vittime il bilancio della violenta eruzione del vulcano Nyiragongo, nella Repubblica Democratica del Congo.

Sono più di 170 i bambini che risultano dispersi nella Repubblica Democratica del Congo, in seguito alla violenta eruzione del vulcano Nyiragongo dello scorso sabato, mentre altri 150 sono stati separati dalle loro rispettive famiglie. A lanciare l’allarme è l’UNICEF, organizzazione in prima linea nel fornire aiuti alla popolazione colpita dal dramma, in particolare ai minorenni.

Nel frattempo, il bilancio è salito a 15 vittime, come riportato dalle autorità locali. Sono oltre 500 le case inghiottite da fiumi di lava e migliaia le persone fuggite da Goma che hanno attraversato il confine con il Ruanda per mettersi in salvo.

Quando finalmente la lava si è fermata ieri mattina, alcuni cittadini sono tornati a verificare le condizioni delle loro case e tantissimi al momento sono rimasti senza acqua ed elettricità a causa dei danni provocati dal magma. 

Al momento un team dell’Unicef si trova nelle aree colpite di Sake, Buhene, Kibati e Kibumba per fornire supporto alla popolazione, installare dei sistemi di clorazione dell’acqua per limitare la diffusione del colera e occuparsi dei minori rimasti senza famiglie. 

Il risveglio del vulcano Nyiragongo, uno dei più pericolosi al mondo

L’eruzione in Repubblica democratica del Congo è iniziata lo scorso sabato, cogliendo di sorpresa i residenti dei territori vicini.

Il vulcano Nyiragongo, che non eruttava da circa 20 anni, è considerato dagli esperti uno dei più pericolosi al mondo. In preda al panico, migliaia di persone sono fuggite da Goma, dove vivono oltre 250mila persone, prima che le autorità congolesi ordinassero l’evacuazione dalla città. Nel 1977 un’eruzione, una delle più terribili che il Paese ricordi, aveva provocato oltre 600 morti. Più recentemente, nel 2002, il vulcano causò circa 250 vittime, lasciando oltre 100mila persone senza casa.

Fonte: ONU/Twitter

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