Il Giappone ha dato il via libera alla riattivazione di un vecchio reattore nucleare che ha più di 40 anni. Per il Paese è la prima volta dopo il terribile disastro di Fukushima del 2011.
Dopo la decisione di sversare le acque di Fukushima nell’Oceano Pacifico, in Giappone si torna a parlare di nucleare. Infatti tre reattori, rimasti a lungo inattivi, dovrebbero tornare nuovamente in funzione a giugno, tra cui uno che ha ben 44 anni. Per il Paese è la prima volta dopo il terribile disastro di Fukushima del 2011.
Il governatore Tatsuji Sugimoto della prefettura di Fukui, che dista circa 300 km da Tokyo, ha infatti autorizzato il ravvio dei reattori della Kansai Electric Power Cooperative (KEPCO): le unità 1 e 2 della centrale nucleare di Takahama e l’unità 3 della centrale elettrica di Mihama. Ma questi saranno spenti entro ottobre, periodo in cui entreranno in vigore nuove misure antiterrorismo.
Il via libera alla riattivazione dei reattori è arrivato qualche giorno dopo l’annuncio da parte del primo ministro del Giappone, Yoshihide Suga di ridurre le emissioni di gas serra. A seguito dell’incidente di Fukushima, la Nuclear Regulation Authority ha introdotto la possibilità di prolungare da 40 a 60 anni la vita dei reattori reattori nucleari dello Stato, in base a rigidi criteri di verifica della sicurezza. E lo scorso febbraio anche il sindaco di Mihama ha dato il suo consenso per la riattivazione dei tre reattori. Ma se il più vecchio riprenderà a funzionare entro la fine di giugno, secondo la Kansai Electric Power è abbastanza improbabile che gli altri due tornino in funzione al momento perché la società non avrebbe il tempo di mettere procedere con le verifiche necessarie entreo la scadenza fissata per il 9 giugno.
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