Creme solari, questo ingrediente pericoloso è più presente di quanto pensi (e rimane a lungo nel sangue)

Creme solari: in pochi lo conoscono, eppure l’ossibenzone è l'artefice di parecchie grane riguardanti la pelle.

È allergenico ed è un potenziale distruttore endocrino. Ora che acquisterete una crema solare per la belle stagione, occhio all’etichetta: potrebbe esserci l’ossibenzone. In pochi lo conoscono, eppure l’ossibenzone (Oxybenzone – benzophenone-3 o BP-3) è l’artefice di parecchie grane riguardanti la pelle.

Ultimo a ricordarcelo è l’Environmental Working Group (EWG), la cui 15esima indagine ha messo in evidenza come la maggior parte dei prodotti con filtri solari non garantiscano in realtà una protezione efficace e possano contenere ingredienti controversi proprio come l’ossibenzone.

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L’indagine ha valutato efficacia e sicurezza di quasi 2000 prodotti scoprendo che ben il 75% di questi non offre la giusta protezione e neppure una completa sicurezza dato che nella loro composizione spesso si trovano ingredienti controversi come l’oxybenzone (ossibenzone) accusato di essere un interferente endocrino. 

Ma perché è così pericoloso questo ingrediente?

È stato dimostrato che l’oxybenzone penetra nella cute e agisce come fotosensibilizzatore: vale a dire che con l’esposizione della pelle alla luce, vi è a un aumento della produzione di radicali liberi. Inoltre, è un derivato del benzofenone, un elemento che può attaccare il DNA in presenza di luce e secondo diverse analisi ci sarebbero dei collegamenti tra l’aumento di casi di melanoma e questi ingredienti. Può agire allo stesso modo degli ormoni estrogenici causando lo sviluppo di tumori alla pelle. Senza contare il fatto che possono verificarsi
reazioni più immediate come infiammazioni o eczema da parte di pelli molto sensibili. Altre preoccupazioni relative all’oxybenzone riguardano l’assorbimento percutaneo da parte dell’organismo.

Si tratta di un ingrediente attivo comunemente usato nelle protezioni solari, presente in circa il 20% dei prodotti valutati quest’anno (fortunatamente il suo utilizzo è costantemente in calo), incluso il 40% delle opzioni non minerali.

Già nel 2008, l’Ewg ha chiesto per la prima volta alla FDA di indagare sulla sicurezza dell’ossibenzone nelle protezioni solari, a causa delle prove crescenti che tale sostanza chimica penetra facilmente nella pelle e potrebbe potenzialmente interferire con il  sistema ormonale.

Nel 2019, la FDA ha dichiarato che l’ossibenzone non può essere classificato come sicuro ed efficace sulla base dei dati attuali. Gli studi esistenti, infatti, sollevano diversi problemi di salute. Di particolare interesse per la FDA erano i risultati dei test che mostravano le seguenti caratteristiche di questo principio attivo:

  • l’ossibenzone è allergenico
  • è assorbito dalla pelle in grandi quantità
  • è stato rilevato nel latte materno umano, nel liquido amniotico, nelle urine e nel sangue
  • è un potenziale distruttore endocrino
  • i bambini possono essere più vulnerabili degli adulti all’ossibenzone “a causa del potenziale di maggiore assorbimento e bioaccumulo” e perché non hanno pienamente sviluppato gli enzimi necessari per abbattere i derivati di questo composto

Cosa fare allora? Attenzione all’etichetta! Ecco le diciture da cui tenerci alla larga:

Benzophenone-3, 2-benzoyl-5-methoxyphenol, 2-hydroxy4-methoxybenzophenone, (2-hydroxy-4-methoxyphenyl) phenylmethanone, methanone, oxybenzone (benzophenone-3), dioxybenzone, b3, DuraScreen, Solaquin

L’alternativa può essere usare schermi fisici combinati come Biossido di Titanio, Ossido di Zinco e un’alta percentuale di oli insaponificabili che aumentano la capacità della pelle di riflettere i raggi solari.

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Fonte: EWG

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