Avvoltoio avvelenato da diclofenac, primo caso confermato in Europa. Urge divieto del farmaco tossico in Europa!

Un recente studio conferma che l'uso veterinario del farmaco Diclofenac provocherebbe la morte di animali necrofagi come l'avvoltoio monaco

Il Diclofenac, killer degli avvoltoi, è un farmaco altamente tossico che è già stato vietato in molti paesi, ma non in Spagna, Italia e Portogallo, Paesi dove vivono la maggior parte degli avvoltoi europei

L’esemplare di avvoltoio monaco (Aegypius monachus) nato nel 2020 all’interno della Boumort National Hunting Reserve (Spagna) risulta essere la prima vittima europea appartenente alla specie degli avvoltoi morta per avvelenamento da Diclofenac a uso veterinario. La causa della morte di questo avvoltoio è stata confermata da un recente studio, che mostra per la prima volta come l’uso veterinario di Diclofenac possa provocare la morte di uccelli necrofagi – come appunto l’avvoltoio monaco.

Il Diclofenac è un farmaco antinfiammatorio non-steroide, utilizzato per il trattamento di animali feriti. Purtroppo però rappresenta anche la principale causa del catastrofico declino di molte specie di avvoltoi in Sud Asia: questo farmaco, infatti, è estremamente tossico per gli avvoltoi e per altri saprofagi selvaggi – ovvero di animali che si nutrono di resti in decomposizione. Per fortuna un consorzio guidato dall’associazione BirdLife International è riuscito nell’impresa di vietarlo nel continente.

Leggi: La lista nera dei farmaci da evitare: fanno più male che bene

In Europa, però, l’unico continente al mondo in cui gli esemplari di avvoltoio stanno aumentando, l’utilizzo veterinario del Diclofenac è permesso sia dall’Unione Europea che dai governi nazionali di Spagna e Italia. Tale utilizzo, tuttavia, non solo rappresenta un’immediata e tangibile minaccia per le popolazioni di avvoltoi nel nostro continente, ma pone anche un pericoloso precedente e un canale alternativo per l’uso di questo farmaco in Africa e Asia.

Le conseguenze potrebbero essere devastanti: 7 specie su 11 di avvoltoio africano sono già a rischio estinzione. BirdLife International ha chiesto all’Europa di proibire l’utilizzo veterinario di questo farmaco già a partire dal 2013. Nel 2014, durante un dibattito presso l’Agenzia Europea del Farmaco (EMA), l’associazione ha fatto sentire nuovamente la propria voce contro il Diclofenac.

Purtroppo però l’EMA non ha validato il divieto del farmaco, imponendo semplicemente ai paesi membri dell’Unione Europea di imporre limitazioni più stringenti all’uso del Diclofenac per ridurre al minimo i rischi per gli animali. Questo di fatto non impedisce la morte di esemplari di specie anche rare – come l’avvoltoio monaco, annoverato dall’IUCN come una specie vicina al rischio di estinzione.

Ivan Ramirez, responsabile di BirdLife in Europa e Asia Centrale, afferma che “le prove trovate in Spagna confermano tristemente ciò che stiamo dicendo da quasi dieci anni, e cioè che gli avvoltoi stanno morendo a causa dell’uso veterinario di Diclofenac e che questo potrebbe avere effetti negativi sulla riduzione della loro popolazione. È molto difficile monitorare e testare ogni singolo animale selvaggio, come è assurdo insistere nell’autorizzare una droga che uccide specie a rischio – soprattutto quando ci sono in Europa numerosi farmaci alternativi, più sicuri e anche più economici. Speriamo che non siano necessari altri casi di uccelli morti per dimostrare gli effetti di questo farmaco sulla popolazione degli uccelli.

Gli effetti negativi del Diclofanec sulla salute degli animali necrofagi non sono attestati a livello scientifico, eppure sono noti già dagli anni ’90, quando il suo massiccio utilizzo provocò l’estinzione quasi totale delle quattro specie di avvoltoi del subcontinente indiano. Lo stesso effetto letale è stato osservato anche in altri animali, come le grandi aquile delle steppe, colpite in quanto occasionalmente necrofaghe. Gli avvoltoi – e, in generale, tutti gli animali necrofagi – sono di vitale importanza nella catena alimentare e nella pulizia del territorio in cui vivono, andando a mangiare resti e carcasse in decomposizione che potrebbero essere fonte di infezione per altri animali e per l’uomo. Proibire questo farmaco potenzialmente letale non rappresenta un rischio per la vita degli animali: sono disponibili in commercio farmaci antinfiammatori di eguale efficacia (molto spesso più economici) che non sono dannosi per gli uccelli necrofagi.

Fonte: ScienceDirect / BirdLife 

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