Le aquile arpie, i rapaci più maestosi e potenti al mondo, finiscono sempre più spesso nel mirino dei cacciatori, che in molti casi le uccidono per pura curiosità.
Gli uccelli rapaci più maestosi della Terra sono sempre più in pericolo. Stiamo parlando dell’aquila arpia (Harpia harpyja), una specie originaria delle foreste pluviali, caratterizzata da notevoli dimensioni e da uno sguardo decisamente inquietante che ricorda quello umano.
Con un’apertura alare che varia che può raggiungere i due metri e mezzo e un peso che può arrivare a circa 10 chili, l’arpia tra le aquile più grandi del Pianeta. Purtroppo, però, questa specie è minacciata ormai da tempo dalla deforestazione che sta distruggendo il suo habitat, ma anche dai cacciatori che stanno perseguitando questi affascinanti rapaci che vivono nella regioni dell’America centrale e meridionale.
A rivelare l’impatto devastante dei cacciatori sulla popolazione delle aquile arpie è una relazione pubblicata recentemente sulla rivista scientifica Journal of Raptor Research. Dallo studio è emerso che tra il 1950 e il 2020 sono stati uccisi almeno 132 esemplari di aquila arpia in 11 Paesi, tra cui la Colombia e Panama. Ma il bilancio potrebbe essere anche più alto, visto che i casi inseriti nel report sono soltanto quelli documentati.
Gran parte della aquile arpie vengono uccise per curiosità
Ma perché questa specie è diventata sempre più spesso preda facile dei cacciatori? Le aquile arpie si nutrono principalmente di animali selvatici che vivono sugli alberi, tra cui i bradipi e piccole scimmie ed è molto raro che si avvicinino al bestiame. Nonostante ciò, questi rapaci finiscono frequentemente nel mirino dei cacciatori. Secondo Everton Miranda, uno scienziato brasiliano che da tempo studia le aquile arpie, a spingere le persone a uccidere questi maestosi uccelli è principalmente la curiosità.
“Le persone vedono questo grande rapace (spesso non sanno cosa sia) e gli sparano per guardarlo più da vicino” – spiega l’esperto – “Un elemento che trasforma le aquile in facili prede per l’uomo è rappresentato dal fatto che rimangono appollaiate su un singolo albero per diverse ore o anche un giorno intero.”
A causa di tale comportamento, le persone hanno tutto il tempo di tornare a casa per prendere il fucile e sparare all’animale. L’ipotesi di Miranda è stata confermata dalla risposta fornita dalle persone intervistate, che hanno ammesso con rammarico di aver colpito l’animale per pura curiosità.
Naturalmente, questo non è l’unico motivo che spinge le persone a perseguitare le aquile arpie. C’è anche chi le caccia per cibarsene o per vendere piume e artigli al mercato nero.
L’aquila arpia è stata inserita dall’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione) tra le specie minacciate d’estinzione. In tutto il mondo restano, infatti, meno di 50.000 esemplari di questo affascinante rapace. Ma, nonostante in alcuni Stati come il Brasile siano stati istituiti dei programmi per la salvaguardia di questa specie, le persone continuano a uccidere le aquile arpie senza porsi alcuni problema (come se non bastasse la perdita dell’habitat provocato dalla deforestazione selvaggia!).
Fonte: The Journal of Raptor Research/Mongabay
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