La letalità del Covid è inferiore a quella dell’influenza? Il mini-studio che non ha mai ricevuto conferme dalla scienza

Una ricerca dimostrerebbe che la letalità del Covid è inferiore a quella dell’influenza, ma è stata condotta solo su 1000 campioni

Continua a rimbalzare sui social uno studio datato ormai maggio 2020, che dimostrerebbe come la letalità del Covid-19 sia inferiore a quella dell’influenza. Il lavoro però non è stato mai validato dalla comunità scientifica, che frena sui risultati. Nulla si può dimostrare con una ricerca così parziale, per cui il parere degli scienziati rimane sempre lo stesso: è bene non abbassare la guardia.

Occhio ai risultati, insomma, non sempre conclusivi: la ricerca, disponibile online su medrXiv ma senza revisione, riporta un lavoro condotto su 1.000 campioni di sangue di pazienti della Kobe City Medical Central General Hospital, in Giappone, dal 31 marzo al 7 aprile 2020, distribuiti per fasce decennali di età e sesso, sui quali sono stati condotti test sierologici standard.

Dalle analisi sono emerse 33 positività agli anticorpi al SARS-CoV-2 (IgC positive), da cui i ricercatori hanno estrapolato percentuali riferite all’intera popolazione della città.

Confrontando questa cifra con censimento della città di Kobe (popolazione: 1.518.870) – si legge nel testo – si stima che il numero di persone con IgG positive sia 50.123 […] La prevalenza di positività aggiustata per età e sesso è stata calcolata al 2,7% […] e il numero stimato di persone con IgG positive era 40.999 […] Questi numeri erano da 396 a 858 volte più dei casi confermati con test PCR a Kobe City”.

Gli autori affermano che lo studio sierologico trasversale suggerisce un numero di persone sieropositive per infezione da SARS-CoV-2 a Kobe di molto superiore ai casi confermati dai test PCR. Questo indicherebbe come la letalità della malattia, ovvero la percentuale di morti dovuti solo a quell’infezione, sia di molto inferiore a quella stimata, in quanto i casi veri sono molto di più di quelli realmente trovati.

Matematicamente il discorso è corretto, ma la matematica è un linguaggio che deve essere usato cum grano salis: un’estrapolazione così è statisticamente “lecita”? Uno studio condotto su 1000 campioni può trarre conclusioni estendendo una percentuale a più di un milione e mezzo di persone?

Non siamo qui per emettere giudizi, ma per invitare alla cautela: lo studio non è stato mai validato dalla comunità scientifica e i numeri di una analisi così “piccola” in termini numerici, soprattutto riferiti ad una pandemia globale, necessitano almeno di ulteriori indagini.

Fonti di riferimento: medrXiv

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