Orrore senza fine in Congo, dove oggi è stato ucciso in un agguato il magistrato William Assani che stava indagando sull'attentato dello scorso 22 febbraio, in cui hanno perso la vita Attanasio, Iacovacci e un autista.
Non si ferma la scia di sangue in Congo. È stato assassinato anche William Assani, il magistrato militare che stava indagando sull’attentato dello scorso 22 febbraio, in cui hanno perso la vita il giovane ambasciatore italiano Luca Attanasio, il carabiniere di scorta Vittorio Iacovacci e l’autista congolese Mustafa Milambo.
L’imboscata è avvenuta martedì sera, proprio sulla stessa strada Rutshuru-Goma del precedente agguato. Insieme al magistrato viaggiava anche il colonnello Lumbu, comandante del 3409° reggimento delle Fardc (Forze Armate della Repubblica Democratica del Congo), rimasto gravemente ferito. Per Assani, invece, non c’è stato nulla da fare. L’uomo è morto sul colpo.
🇨🇩Congo, caso #Attanasio: ucciso il procuratore capo che indagava sul massacro dell'ambasciatore
Tornava da un vertice sulla sicurezza a #Goma. il suo convoglio è stato attaccato a 20 chilometri da Kibumba, dove sono caduti l'ambasciatore italiano con il carabiniere Iacovacci
— Geopolitica.info (@Geopoliticainfo) March 4, 2021
Come confermato da fonti missionarie che operano nella provincia del Nord Kivu, il magistrato Assani era di ritorno da una riunione nell’ambito dell’inchiesta sulla sicurezza dell’area e in particolare sull’omicidio dell’ambasciatore italiano e dei suoi due accompagnatori.
Secondo una nota informativa dell’esercito congolese, la responsabilità dell’imboscata in cui è rimasto ucciso il procuratore è da attribuire ai militari ribelli del 3416esimo reggimento, come riporta anche l’emittente Mnctv Congo:
#RDC: Rutshuru : Les militaires du 3416e régiment seraient auteurs de l'embuscade qui a coûté la vie au Magistrat William Asani Monde https://t.co/icXW0F5K0x
— INFOSDIRECT (@InfosdirectC) March 4, 2021
La situazione nella Repubblica Democratica del Congo è sempre più inquietante e instabile. La nazione è completamente allo sbando e la popolazione deve fare i conti non solo con la povertà, ma anche con la criminalità dilagante, la corruzione e lo sfruttamento delle risorse, in particolare del coltan e del cobalto.
Il Nord Kivu, la provincia orientale congolese dove si sono verificati i recenti agguati, rappresenta una delle zone più insanguinate del Paese, in mano ai ribelli armati. Secondo una rilevazione Onu, soltanto nei primi tre mesi dello scorso anno in questa provincia sono state uccise oltre 500 persone.
Fonte: Ansa/Twitter/Mnctv Congo
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