L’orango salvato che impara per la prima volta ad arrampicarsi su un albero

Ora per la prima volta l'orangotango Kukur sta imparando ad arrampicarsi sugli alberi. Finita la riabilitazione, tornerà in natura.

Era stato tenuto sempre legato come animale domestico illegale. E così aveva sviluppato vertigini e paura delle altitudini. Ora per la prima volta questo orangotango sta imparando ad arrampicarsi sugli alberi.

Kukur ha solo cinque anni ed è stato salvato da una capanna nel Borneo occidentale, dove era tenuto legato come animale domestico illegale. Ora, grazie all’associazione International Animal Rescue, ha iniziato il processo di riabilitazione e sta imparando ad arrampicarsi. Gli assistenti dicono che a causa della vita in cattività molte scimmie sviluppano la paura dell’altezza.

L’orango è stato trovato da un contadino nei pressi del villaggio di Senduruhan, Ketapang, nel Borneo occidentale. L’uomo lo ha tenuto legato con una corda al collo, rinchiuso in una piccola capanna nei boschi. Il piccolo è stato nutrito con cibo umano, come spaghetti istantanei e frutta.

Dopo la missione di salvataggio da parte dell’associazione, Kukur ha trascorso otto settimane in quarantena presso lo IAR Orangutan Conservation Center. In questo centro il piccolo ha imparato a costruire nidi come un orango selvatico ed è stato accoppiato con un’altra scimmia, Limpang, in modo da avere un amico prima di iniziare la riabilitazione presso la “Forest School”.

Nonostante sia diventato un po’ geloso dell’attenzione di Limpang, Kukur ha socializzato bene con il suo nuovo amico.

Inizialmente il piccolo aveva molta paura dell’altezza e preferiva rimanere vicino al suo custode. Tuttavia, quando altri oranghi si sono avvicinati per giocare, Kukur ha preso coraggio.

L’orango si è ora unito ad altri primati in un centro di riabilitazione sull’isola di Setrum, Ketapang. Qui imparerà non solo a socializzare di più, ma acquisirà anche tutti i comportamenti necessari per la sua nuova vita tra gli alberi della foresta pluviale indonesiana.

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