Il primo gennaio 2021 è entrato in vigore il decreto per la graduale sostituzione del glifosato e il divieto del mais transgenico in Messico.
Il Messico “revocherà e si asterrà dal concedere permessi per il rilascio di semi di mais geneticamente modificati nell’ambiente ”, ha affermato un nuovo Decreto presidenziale pochi giorni fa, che segna il divieto del mais transgenico e anche il progressivo divieto del glifosato entro il 2024. Il Messico diventa così il primo Paese delle Americhe a vietare il mais geneticamente modificato e l’erbicida.
“È una vittoria enorme”, dice Homero Blas, capo della Società dei produttori biologici del Messico, ma il percorso è stato tutt’altro che semplice. Ci sono infatti voluti 21 anni di lotte, prima di arrivare a una decisione storica.
Ricordiamoci di fatto che che il Messico è considerato il centro di origine, addomesticamento e diversificazione, di ben 59 specie di mais e altre colture, tra cui peperoncino, fagioli, zucca, vaniglia, cotone, avocado, cacao e amaranto.
Sia gli OGM che il glifosato hanno gravi ripercussioni sugli agricoltori e sulle popolazioni indigene del Messico. A rischio anche la diversità delle varietà agricole conservate nei campi fondamentali per la produzione alimentare del nostro Paese.
Ed è per questo che il decreto ordina anche la revoca delle autorizzazioni per l’uso di granella di mais transgenico negli alimenti entro e non oltre il 31 gennaio 2024 e l’uso del glifosato, che sarà bandito a partire dal 2024.
Secondo il governo messicano, queste misure mirano a “proteggere il mais autoctono e contribuire alla sovranità alimentare” del Paese in cui questo cereale è un ingrediente alimentare di base, consumato in particolare nelle tortillas, torte di farina di mais.
Con la publicación de un decreto para la eliminación paulatina de maíz transgénico y los agroquímicos en 🇲🇽, se espera que a principios de 2024 se logre erradicar. Esto es parte de los esfuerzos del @GobiernoMX, para evitar el uso del glifosato y de las semillas modificadas
— Ana Maria Lomeli (@AnitaLomeli) January 5, 2021
“È arrivato il momento di estinguere il debito storico con la diversità genetica in Messico e celebriamo il divieto del mais transgenico e il progressivo divieto del glifosato entro il 2024, poiché sono passi importanti per avanzare verso una produzione ecologica che preserva la biodiversità e l’agrobiodiversità forgiate nelle mani agricoltori da millenni, dandoci l’opportunità di godere di un ambiente sano e di un sistema agroalimentare verde ed equo”, dicono da Greenpeace Mexico.
In agricoltura i veri progressi rimangono le tecniche agricole sostenibili, l’agricoltura ecologica, la protezione dell’agrobiodiversità, la conservazione della fertilità del suolo e lo sviluppo di modelli locali, basati su varietà tradizionali e agroecosistemi.
Ma c’è un ma. Il decreto non scende giù agli agricoltori.
“Non solo questo metterà gli agricoltori messicani in una posizione di svantaggio rispetto ai nostri concorrenti, soprattutto i coltivatori di mais negli Stati Uniti. Ma destabilizzerà anche la catena agroalimentare per la quale l’importazione di cereali geneticamente modificati è essenziale”, spiega Laura Tamayo, portavoce del Consiglio nazionale agricolo del Messico e direttore regionale di Bayer, la cui unità Monsanto, lo sappiamo, è produttrice del diserbante Roundup e il Mais OGM che lo accompagna
Una PÉSIMA noticia…
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México consume 30 millones de toneladas anuales de maíz 🌽. Más de 15 millones son semillas mejoradas
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Sin esa producción podría haber desabasto y quiebra de productores locales. No es lo mismo producir 7 tons/ha que 2tons/ha 🤦🏻♂️ https://t.co/Rr6YbuQzmD— Carlos López Jones (@Carloslopezjone) January 6, 2021
Dalla fine degli anni ’90, parte della società civile messicana si è mobilitata contro le multinazionali e le aziende agricole che imponevano il mais transgenico. Ora la lotta sembra finita e le decine di specie di mais tradizionale difese.
Fonti: Gazzetta ufficiale Governo messicano / Greenpeace México
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