Recovery Plan: la nuova bozza taglia i fondi per la transizione verso l’economia circolare

Recovery Plan: la nuova bozza taglia purtroppo i fondi per la necessaria transizione verso l'economia circolare.

L’Italia rischia di non farcela. I fondi previsti dal Piano Nazione Ripresa e Resilienza (PNRR) per la transizione verso l’economia circolare e la gestione dei rifiuti sono stati ridotti nella nuova bozza. E sono insufficienti per affrontare questo indispensabile passaggio, secondo quanto affermano le Associazioni FISE Assoambiente e FISE Unicircular.

La somma dell’attuale bozza PNRR elaborata dal MEF ammonta, a quanto risulta, a 1 miliardo di euro, ma ne servirebbero come minimo 10. Senza contare che propone “interventi estemporanei, non coordinati e privi di un chiaro disegno di stimolo, accompagnamento e supporto alla transizione verso modelli di produzione, distribuzione e consumo “circolari”.

Con queste premesse, hanno evidenziato le due Associazioni, il nostro paese rischia davvero il fallimento sul fronte della sostenibilità, le proposte sono poco concrete e non incentivano le imprese:

“Siamo ben lontani dai 10 miliardi di euro di investimenti necessari solo per sanare il gap impiantistico del nostro Paese che ci obbliga ogni giorno ad esportare decine di migliaia di tonnellate di rifiuti che potremmo trasformare a livello nazionale in materia riciclata ed energia. Nel Piano, inoltre, manca il riferimento a una seria programmazione della gestione dei rifiuti con l’individuazione delle tipologie impiantistiche necessarie e dei progetti da realizzare, se si esclude un vago richiamo ad una futura possibile strategia nazionale sull’economia circolare. La bozza è priva di una precisa visione industriale del settore e di ogni indicazione degli strumenti economici da introdurre per rafforzare il mercato del riciclo e del riutilizzo; anche il quadro delle ‘riforme’ di accompagnamento al capitolo economia circolare appare decisamente debole”.

Le Associazioni, per favorire la transizione, propongono al Governo e al Parlamento tre proposte: dall’applicazione di un’aliquota IVA ridotta ai prodotti costituiti da beni certificati riciclati o preparati per il riutilizzo, alla concessione di contributi per le imprese che acquistano prodotti di questo genere per riutilizzarli nei cicli produttivi, fino all’estensione delle agevolazioni fiscali alle imprese con certificazione ISO 14001.

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