I livelli di CO2 nel 2021 saranno del 50% superiori al valore medio del XVIII secolo, ossia l'inizio della rivoluzione industriale
Il nostro clima sta cambiando e la colpa è delle nostre stesse emissioni. Una nuova ricerca condotta dal Met Office del Regno Unito ha stimato che i livelli di CO2 atmosferica nel 2021 saranno del 50% superiori al valore medio del XVIII secolo, ossia l’inizio della rivoluzione industriale.
I ricercatori britannici non hanno dubbi: a generare le emissioni sono le attività umane. Secondo le previsioni rese note ieri dal Met Office, la concentrazione media annua di CO2 presso il Mauna Loa Observatory, Hawaii, sarà di 2,29 parti per milione (ppm) più alta rispetto al 2020. Quest’aumento è determinato dalle emissioni derivanti dai combustibili fossili e dalla deforestazione, ma se vogliamo trovare una buona notizia, è leggermente più basso del solito a causa di un rafforzamento temporaneo dei serbatoi di carbonio naturali. Non è dunque merito nostro. Anche i modelli meteorologici legati all’attuale evento di La Niña dovrebbero promuovere una temporanea esplosione di crescita delle foreste tropicali che assorbono parte delle emissioni umane.
Nonostante gli sforzi della Natura di ripristinare gli equilibri che noi alteriamo, la CO2 continuerà ad accumularsi nell’atmosfera e supererà le 417 ppm per diverse settimane da aprile a giugno. Ciò significa che sarà più alta del 50% rispetto al livello di 278 ppm registrato alla fine del XVIII secolo.
Il picco annuale sarà seguito da un temporaneo calo delle concentrazioni poiché gli ecosistemi assorbono CO2 durante la stagione di crescita della vegetazione nell’emisfero settentrionale – ma da settembre in poi la CO2 continuerà a salire di nuovo. Allora, la concentrazione media annuale di CO2 sarà 416,3 ppm.
“Poiché la CO2 rimane nell’atmosfera per un tempo molto lungo, le emissioni di ogni anno si sommano a quelle degli anni precedenti e fannpo sì che la quantità di CO2 nell’atmosfera continui ad aumentare. Sebbene la pandemia da Covid-19 abbia fatto registrare il 7% in meno di CO2 in tutto il mondo rispetto agli anni precedenti, ciò si è comunque aggiunto al continuo accumulo nell’atmosfera. Le emissioni sono ora tornate quasi ai livelli pre-pandemici, ma il loro effetto quest’anno sarà in parte attenuato dai più forti eventi naturali dovuti a La Niña” ha detto il prof. Richard Betts che guida la redazione delle previsioni annuali di CO2 del Met Office.
Ma le buone notizie finiscono qui. Secondo il prof. Betts, l’accumulo di CO2 nell’atmosfera causato dall’uomo sta accelerando. Ci sono voluti oltre 200 anni perché i livelli aumentassero del 25%, ma ora poco più di 30 anni dopo ci stiamo avvicinando a un aumento del 50%. Invertire questa tendenza e rallentare l’aumento della CO2 atmosferica richiederà la riduzione delle emissioni globali.
Secondo gli autori dello studio, per arrestare questa corsa dovremmo azzerare le emissioni entro i prossimi 30 anni. Solo così potremmo centrare gli obiettivi dell’accordo di Parigi, e limitare il riscaldamento globale a 1,5 ° C .
Fonti di riferimento: MetOffice
LEGGI anche: