Rinviati a giudizio gli artefici dello sversamento in mare di milioni di dischetti di plastica che due anni fa invasero tutte le coste.
Rinviati a giudizio per disastro ambientale e inquinamento doloso in concorso gli artefici dello sversamento in mare di milioni di dischetti di plastica che due anni fa invasero letteralmente tutte le coste e gli arenili del Mediterraneo occidentale (finanche comprese Spagna, Francia e Tunisia), e che contribuì nei mesi anche alla morte di due tartarughe marine.
Furono ben 130milioni i filtri finiti in mare, un numero impressionante, ma giustizia è fatta: ad oggi si compie il primo processo in Italia per inquinamento da plastica in mare.
Era il febbraio del 2018 quando cominciarono a comparire le prime migliaia di dischetti di plastica sulle spiagge del Mar Tirreno, dal Lazio alla Campania, fino alla Toscana. Dopo le prime indagini, fu chiaro si trattasse di supporti per la depurazione delle acque e così, grazie una vasta operazione di raccolta e denuncia portata avanti da Legambiente e dai ricercatori di Clean Sea Life, la provenienza di quella marea di filtri fu quasi subito evidente: lo sversamento era legato al malfunzionamento del depuratore di Capaccio Paestum, nel Salernitano. In particolare, al cedimento strutturale di una vasca.
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Ora, due anni dopo, il gup di Salerno Vincenzo Pellegrino ha rinviato a giudizio per disastro ambientale e inquinamento doloso in concorso sette degli otto indagati, tecnici e funzionari del Comune e dell’azienda Veolia, mentre un altro sarà giudicato con il rito abbreviato.
**NOTIZIA IMPORTANTE** I famigerati dischetti finiscono in tribunale: a febbraio la prima udienza del processo per disastro ambientale e inquinamento doloso. E' Il primo processo in Italia per plastica in mare, ed è possibile GRAZIE A TUTTE LE PERSONE CHE HANNO RACCOLTO E CI HANNO SEGNALATO I DISCHETTI. Bravissimi tutti e continuiamo a raccogliere e segnalare #cacciaaldischetto! https://goo.gl/forms/cKPBAAIULGkrFz832—Il primo processo in Italia per lo sversamento di plastica in mare si celebrerà il 15 febbraio prossimo a Salerno. Otto fra tecnici e funzionari del Comune e di Veolia saranno chiamati a rispondere di disastro ambientale e inquinamento doloso, esattamente a tre anni di distanza dall’incidente che riversò in mare milioni di dischetti in mare dal depuratore di Capaccio (Paestum). Cittadini, centri di ricerca e volontari, attivati dal progetto europeo Clean Sea LIFE su richiesta degli inquirenti, hanno fornito un contributo importante alle indagini. Le oltre 600 segnalazioni foto/video raccolte da Clean Sea LIFE hanno generato una mappa della successione cronologica degli spiaggiamenti che, confrontata con l’analisi delle correnti marine effettuata dal Consorzio oceanografico LaMMA, ha confermato l’origine dello sversamento nel Golfo di Salerno. Le segnalazioni dimostrano inoltre come in questi tre anni i leggeri ‘carrier’ di plastica, sospinti dalle correnti, abbiano investito tutte le coste occidentali italiane e raggiunto Francia, Spagna, Tunisia e Malta, spingendosi in numerosi parchi marini. Almeno tre le tartarughe marine protette– due di queste decedute – che hanno ingerito dischetti. La massiccia mobilitazione ispirata negli anni dal progetto europeo ha spinto in spiaggia centinaia di volontari in tutta Italia: oltre 200 le iniziative di pulizia “#cacciaaldischetto” di singoli o gruppi organizzati da associazioni fra cui MedSharks, Legambiente, Marevivo, WWF Italia che hanno portato alla raccolta di oltre 260.000 carrier, catalogati e geo-referenziati dai ricercatori Clean Sea LIFE. Ancora oggi i dischetti emergono dalla sabbia in tutte le coste tirreniche e ioniche italiane, confusi fra ammassi di legni e rifiuti o sepolti sotto la sabbia, da cui riemergono in seguito alle grandi burrasche autunnali.Per maggiori informazioni: https://cleansealife.it/index.php/dischetti-2/Clean Sea Life (LIFE15 GIE/IT/000999 www.cleansealife.it) è un progetto co-finanziato dal programma LIFE della Commissione Europea, il cui capofila è il Parco Nazionale dell'Asinara – Area Marina Protetta – con i partner Conisma – Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Scienze del Mare Fondazione Cetacea, Legambiente Onlus, MedSharks e Centro Velico Caprera. Scopo di Clean Sea Life è aumentare la sensibilità di cittadini e istituzioni nei confronti dei rifiuti marini.
Posted by Clean Sea LIFE on Wednesday, December 16, 2020
“Dal febbraio 2018 milioni di dischetti di plastica, provenienti da un impianto di depurazione di Capaccio Paestum a causa di un cedimento strutturale di una vasca, si sono dispersi in mare e si sono spiaggiati sulle coste italiane e di diversi paesi – dichiara Maria Teresa Imparato, presidente di Legambiente Campania. Grazie alla campagna #cacciaaldischetto promossa insieme a Clean Sea Life e all’impegno di tantissimi volontari, in questi anni siamo riusciti a ripulire diverse lidi campani invasi dai dischetti. Ora però ci aspettiamo che i responsabili siano puniti come previsto dalla legge 68/2015 sugli ecoreati. Senza però dimenticare l’altro grande problema dell’Italia e che Con Goletta Verde denunciamo da anni, ossia l’inadeguatezza degli impianti di depurazione, una carenza strutturale che ci è già costata condanne e procedure d’infrazione da parte dell’Unione europea, con diversi sanzioni”.
Al processo, che si celebrerà il prossimo 15 febbraio, Legambiente è stata ammessa come parte civile insieme a Wwf, Codacons e ai Comuni di Formia e Latina. E della Campania? Nessuno dei comuni si è costituito, malgrado il ritrovamento di centinaia di dischetti sulle spiagge più celebri delle isole del golfo.
Fonte: Clean Sea Life / Legambiente
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