Un nuovo studio aggiunge alla ristretta cerchia dei mammiferi bioluminescenti (opossum e scoiattoli volanti) un altro animale: l'ornitorinco
Proprio come altri due mammiferi (gli scoiattoli volanti e gli opossum), anche gli ornitorinchi brillano di verde-blu sotto la luce UV. La scoperta che la pelliccia di questi animali è bioluminescente è riportata in un nuovo studio del Northland College, Wisconsin (Usa).
Già di per sé l’ornitorinco è un animale molto particolare. Si tratta di un mammifero oviparo, ovvero che depone le uova ma che poi allatta anche i suoi cuccioli. Ha un aspetto molto caratteristico: corpo peloso, coda piatta e glabra, piedi palmati (i maschi hanno speroni sulle zampe posteriori carichi di veleno) e becco largo come quello di un’anatra. Ma tra le sue caratteristiche ora si annovera anche una particolarità in più.
Un team di ricerca americano, che ha pubblicato i risultati dello studio sulla rivista Mammalia, ha scoperto che la pelliccia dell’ornitorinco si illumina di verde e blu sotto la luce ultravioletta (UV), ovvero è biofluorescente.
Sotto la normale luce, il pelo molto fitto di un ornitorinco, utile ad isolarlo e proteggerlo quando si trova in acqua fredda, è marrone scuro ma quello che ha rivelato la luce UV su un esemplare di museo impagliato è stata una grande sorpresa per i ricercatori.
La biofluorescenza, quel fenomeno per cui organismi viventi assorbono e riemettono la luce di un colore diverso, è diffusa in pesci, anfibi, uccelli e rettili. Decisamente più raro trovare mammiferi bioluminescenti e questa è la prima volta che si scopre che anche un mammifero oviparo ha tale caratteristica.
Fino ad ora, infatti, la biofluorescenza era nota solo in due mammiferi: gli scoiattoli volanti, che sono mammiferi placentari, e gli opossum, che sono marsupiali.
La scoperta del bagliore fluorescente degli ornitorinchi è arrivata esponendo alla luce UV due esemplari della Tasmania, in Australia, parte della collezione del The Field Museum di Chicago. Entrambi gli esemplari, un maschio e una femmina, mostravano la bioluminescenza, secondo lo studio.
Gli scienziati hanno poi testato un terzo esemplare presso il Museo statale dell’Università del Nebraska a Lincoln e anche quell’ornitorinco, che proveniva dal Nuovo Galles del Sud, in Australia, brillava di verde-blu alla luce UV.
Lo studio ha scoperto così che la pelliccia dell’ornitorinco assorbe i raggi UV (lunghezze d’onda di 200-400 nanometri) e riemette la luce visibile (di 500-600 nanometri), rendendola fluorescente.
Ma come mai l’ornitorinco è bioluminescente?
Diverse le ipotesi: c’è chi ritiene che questo potrebbe essere un modo per adattarsi a condizioni di scarsa illuminazione, un sistema che hanno gli ornitorinchi per vedersi e interagire tra loro al buio.
Ma, dato che gli ornitorinchi non fanno molto affidamento sulla vista, è possibile che la loro biofluorescenza non venga in realtà utilizzata per comunicare tra loro, o ai fini dell’accoppiamento, ma per ridurre la visibilità ai predatori, come nel caso di alcuni crostacei biofluorescenti.
C’è da fare ancora ricerca sul campo per aggiungere dettagli a questa scoperta, nel frattempo però questi animali sono in pericolo e si avvicinano al rischio estinzione.
Fonti: Science Daily / Mammalia
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