Le manifestazioni di protesta che hanno riempito le strade delle Polonia ritardano l'attuazione di restrizioni alla legge sull'aborto
Era attesa per il 2 Novembre, invece non è ancora stata pubblicata la controversa sentenza della Corte costituzionale che di fatto vieta l’aborto in Polonia
Le manifestazioni di protesta che, nelle ultime settimane, hanno riempito le strade delle Polonia sarebbero la causa del ritardo dell’attuazione di ulteriori restrizioni alla legge sull’aborto. Con una sentenza, la Corte costituzionale aveva dichiarato illegittima l’interruzione di gravidanza anche in caso di gravi malattie o malformazioni del feto. Da qui il dissenso nel paese.
Le donne polacche e tanti uomini non mollano e ogni giorno, scendono in piazza per manifestare il loro dissenso. E a quanto pare, la strategia sta funzionando perché il governo prende tempo.
“Siamo pronti a combattere fino alla fine”, aveva dichiarato Marta Lempart, cofondatrice del movimento Sciopero delle donne.
I cortei hanno bloccato le strade da Bydgoszcz a Kielce, a Torun, Stettino, Poznan, Breslavia, Cracovia e Varsavia per impedire che la sentenza sia pubblicata nella Gazzetta ufficiale e acquisti, quindi, potere legale. Passaggio che era previsto per il 2 novembre, ma che è slittato proprio per il malumore in tutto il paese.
“C’è una discussione in corso, e potrebbe essere opportuno prendersi un po’ di tempo per il dialogo e per la ricerca di un nuovo orientamento in questa situazione, che è complessa e suscita forti emozioni”, ha dichiarato Michał Dworczyk, a capo dell’ufficio del primo ministro Mateusz Morawiecki.
La Corte costituzionale, con una sentenza definita scioccante, vuole inasprire le leggi polacche sull’aborto, che sono già le più severe d’Europa. In pratica stabilisce che l’aborto è illegale anche quando il feto ha malformazioni o malattie congenite. Di fatto, quindi, è vietato sempre.
Una decisione considerata brutale non solo dai soliti gruppi di opposizione, ma da diversi fronti. Il primo ministro, Mateusz Morawiecki, ha chiesto colloqui con manifestanti e parlamentari dell’opposizione, mentre il presidente allineato al PiS, Andrzej Duda, ha suggerito una nuova proposta che consentirebbe l’aborto in casi malformazioni letali.
Ma i manifestanti non ci stanno comunque, perché ciò che chiedono è il diritto di scelta. Di fatto, fin quando non sarà pubblicata ufficialmente, la sentenza non è ancora da ritenersi valida.
Fonte: The Guardian
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