I cani vanno in paradiso? I proprietari sono convinti di sì e li considerano come parte della famiglia

Tutti i cani vanno in paradiso? Un nuovo studio su oltre 1000 lapidi per animali domestici rivela che il nostro rapporto con i nostri amici a quattro zampe è cambiato radicalmente nel tempo e che tendiamo sempre più a considerarli come componenti della famiglia, credendo anche che essi vadano in paradiso.

La ricerca è stata pubblica sulla rivista Antiquity che parte dall’analisi dei cimiteri per animali domestici a Newcastle e Londra nell’arco di 100 anni e mostra un aumento della percentuale di tombe dedicate agli amici a quattro zampe che fanno riferimento all’immortalità.

“Questi memoriali forniscono la prova del ruolo degli animali, suggerendo lo sviluppo di una relazione spesso tra gli esseri umani e gli animali da compagnia nella società britannica – dagli amati animali domestici ai preziosi membri della famiglia – e la crescente credenza nella vita dopo la morte. I risultati vengono discussi nel contesto dell’attuale atteggiamento della società nei loro confronti e della lotta per elaborare la loro scomparsa”, scrivono i ricercatori.

Ne abbiamo parlato molte volte, probabilmente chi non ha mai avuto un amico a quattro zampe non può capirlo. Superare il dolore dovuto alla sua perdita non è così scontato come sembra. Si tratta di un vero e proprio lutto da affrontare ed elaborare perché cani, gatti, ma anche altri animali che possono vivere assieme a noi, sono diventati nell’immaginario comune dei componenti della famiglia a tutti gli effetti. Per questo, quando vengono a mancare, il percorso da affrontare non è facile.

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Negli ultimi anni sono cresciute le sepolture ed esistono anche cimiteri dedicati a loro. In una visione romantica, i nostri amici attraversano il ponte arcobaleno che li conduce poi verso il paradiso. Da queste considerazioni sono partiti i ricercatori che come dicevamo hanno esaminato le lapidi dal 1881e ci danno uno spaccato del cambiamento.

“Poche lapidi del XIX secolo fanno riferimento a un’aldilà, anche se alcuni potrebbero ‘sperare’ di rivedere i propri cari”, ha detto il dottor Eric Tourigny, autore dello studio. “Ma poi verso la metà del 20esimo secolo, una percentuale maggiore di lapidi di animali suggerisce che i proprietari sono certi di rivedere i loro amici in paradiso”.

Tourigny, docente di archeologia storica all’Università di Newcastle, ha trovato altre prove che i proprietari sono sempre più propensi a vedere gli animali come parte della famiglia. Ha scritto che in un numero crescente di lapidi ad esempio gli animali avevano un nome e cognome. E in alcune c’erano anche frasi in cui loro stessi si firmavano come “mamma”, “papà” o “zia”.
La maggior parte delle lapidi fa riferimento ai cani, ma ci sono anche gatti e altri animali, sempre a partire dal XX secolo.

Le lapidi nei quattro cimiteri per animali domestici esaminati vanno dal 1880 agli anni ’80. Da allora, la cremazione è diventata più comune e si parla anche della possibilità di seppellire cani e umani assieme. L’idea di questa ricerca risale al 2014 quando Eric Tourigny indagava sui resti trovati nel giardino di una casa della metà del XIX secolo nel centro di Toronto. I proprietari avevano seppellito un grosso cane nel loro cortile e Tourigny, aveva iniziato a chiedersi cosa potessero rivelare le tombe per animali domestici sul cambiamento di stato di cani e gatti in casa.

Oggi la proliferazione dei cimiteri stessi segna una svolta nel nostro rapporto con gli animali domestici. Prima, molte persone “avrebbero gettato i corpi nel fiume o nella spazzatura”, dice Tourigny nello studio.

Questo passaggio secondo il ricercatore va anche trovato nelle teorie di Charles Darwin e ad altri luminari scientifici dell’epoca, i cui scritti mettono gli animali su un piano più alla pari con gli umani. Di contorno c’è anche il crescente sentimentalismo dell’era vittoriana, che ha reso più accettabili le manifestazioni pubbliche di affetto verso gli animali. Anche gli stessi animali si sono evoluti spiritualmente. Nel diciannovesimo secolo, icone religiose come croci cristiane e stelle di David ebraiche si vedono raramente sulle lapidi per animali domestici, ma poi le cose cambiano.
Basti pensare che nel 2016, per la prima volta, New York ha reso legale seppellire gli animali domestici con i loro proprietari nei cimiteri umani. “Gli amici a quattro zampe sono la famiglia di molti newyorkesi”, disse all’epoca il governatore dello Stato, Andrew Cuomo. “Chi siamo noi per ostacolare il desiderio finale di qualcuno che vuole passare l’eternità con loro?”

Fonti: Cambridge University/The Guardian

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