Il commissario di Amburgo per la protezione dei dati e la libertà di informazione ha multato H&M per aver spiato i dipendenti in Germania
In Germania H&M è stata multata della cifra record di 35 milioni di euro per aver spiato in maniera illegale i dipendenti.
Secondo le autorità tedesche, l’azienda svedese è stata multata perché colta in “violazione della protezione dei dati dei dipendenti”. In pratica H&M, e nello specifico un centro servizi dell’azienda nella città bavarese di Norimberga, ha violato la privacy di un centinaio di dipendenti raccogliendo, almeno dal 2014, ampie registrazioni della loro vita privata in cui emergevano problemi famigliari, credo religioso e diagnosi di salute.
Tutti dati sensibili che sarebbero poi stati messi a disposizione dei manager aziendali. Come sono state fatte le registrazioni? I membri del personale venivano invitati ad un “colloquio di bentornato” dopo periodi di congedo per malattia o ferie, dopodiché le informazioni venivano appunto registrate e salvate digitalmente in modo che “fino a 50 altri dirigenti in tutta l’azienda” potessero essere informati dei dettagli.
Per tutto questo il commissario di Amburgo per la protezione dei dati e la libertà di informazione, Johannes Caspar, ha deciso di sanzionare H&M con una multa di ben 35,3 milioni di euro.
Si tratta della più alta sanzione pecuniaria per tali violazioni stabilita in Germania da quando è entrata in vigore la legislazione dell’Unione europea del 2018 – Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) – e la seconda più alta del suo genere in tutto il continente dopo che i regolatori francesi hanno multato Google per 50 milioni di euro l’anno scorso per una violazione del GDPR.
H&M ha ora due settimane di tempo per contestare la sanzione dell’autorità di Amburgo.
La replica dell’azienda
In una dichiarazione, il negozio di abbigliamento svedese ha dichiarato:
“L’incidente ha rivelato pratiche per il trattamento dei dati personali dei dipendenti che non erano in linea con le linee guida e le istruzioni di H&M”.
L’azienda ha anche aggiunto che:
“si assume la piena responsabilità e desidera scusarsi senza riserve con i dipendenti del centro servizi di Norimberga”.
I lavoratori che sono stati lì per almeno un mese da maggio 2018 riceveranno una compensazione finanziaria, ha concluso l’azienda, senza rivelare altro.
Questo è solo l’ultimo degli scandali che hanno vista protagonista l’azienda svedese, accusata più volte di sfruttare i lavoratori.
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