Anche il Tar Veneto vieta la caccia al moriglione e alla pavoncella, due specie minacciate. Accolto il ricorso degli ambientalisti
Proprio come era accaduto in Toscana, anche il Tar Veneto vieta la caccia al moriglione e alla pavoncella, due specie minacciate. Dopo l’analogo provvedimento in Toscana, anche qui sono state accolte pienamente le ragioni del ricorso presentato da Lav, Enpa, Lac, Lipu, Wwf Italia a favore della natura e contro la politica filovenatoria della Regione.
Una nuova battaglia vinta per le associazioni ambientaliste. In questi giorni vi abbiamo parlato della sospensione della caccia al coniglio in Sicilia per l’assenza di censimenti. Con la decisione viene poi stabilita l’integrale protezione delle specie pavoncella e moriglione tipiche delle zone umide, vietati anche immissioni e abbattimenti di fagiano e starna e viene vietata la caccia a gennaio alla beccaccia.
Adesso, questa nuova ordinanza in Veneto conferma la necessità di garantire una piena protezione delle specie minacciate, che non andrebbero mai cacciate e tanto meno in assenza di piani di gestione nazionali operativi ed efficaci. E’ il caso del moriglione e della pavoncella, due specie classificate come Spec1, cioè minacciate a livello globale, che la regione Veneto aveva comunque inserito nel calendario venatorio nonostante le recenti pronunce della giustizia amministrativa e, appunto, nonostante il loro grave stato di salute.
“Benissimo dunque il Tar, che ha vietato la caccia a queste due specie ribadendo in sostanza la priorità della conservazione della biodiversità sul prelievo venatorio. Ora la Regione provveda a comunicare a tutti i cacciatori che moriglione e pavoncella non si cacciano”, spiegano le associazioni in una nota congiunta.
La nuova ordinanza del Tar e la precedente ordinanza sulle preaperture, censurano per ben due volte nel giro di pochi giorni il calendario venatorio deliberato dalla precedente Giunta Regionale.
“Ora confidiamo che la nuova Giunta, uscita dalle recenti elezioni, si dimostri più rispettosa degli animali selvatici e delle leggi nazionali e internazionali poste a loro tutela, dando così un chiaro segnale di discontinuità rispetto ai tanti favori elargiti negli scorsi anni al mondo venatorio”.
Fonte: Lav
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