Il nuovo test di K-tipp sulle patatine fritte alla paprika in busta svela che, quasi, tutte contengono pesticidi soprattutto chlorpropham
Le patatine fritte in busta non sono certo un cibo sano, considerata l’eccessiva presenza di grassi e di sale. Ma cosa altro possono contenere questi alimenti tanto amati da adulti e bambini? Anche pesticidi! A confermarlo è l’ultimo test della rivista svizzera K-Tipp.
È un risultato sconcertante quello ottenuto dall’analisi dei laboratori scelti da K-Tipp che hanno analizzato il contenuto di 15 patatine alla paprika comunemente vendute in supermercati e discount (tra cui Lidl).
Cosa hanno trovato? Tutti i prodotti, tranne uno, contenevano pesticidi. Il problema più grande, riscontrato in 13 pacchetti di patatine, è la presenza di clorpropham, un erbicida e regolatore della crescita delle piante.
Questo pesticida è accusato di essere un interferente endocrino e in Svizzera dal 1 ottobre non potrà più essere utilizzato.
Come ha spiegato la rivista svizzera, il chlorpropham è solo una parte del problema. Alcune marche di patatine alla paprika contenevano un vero e proprio cocktail di pesticidi, si fa l’esempio delle “Potato Chips Pimentón” di “Fine Food” vendute da Coop (Elvetica) che contenevano quattro diversi pesticidi e 1,2 milligrammi di piombo per chilo (il livello massimo consentito nell’Ue è invece di 0,1 mg/kg!).
L’unico marchio di patatine completamente privo di pesticidi è il biologico Zweifel ma, purtroppo, un’altra variante bio, quella di Migros, non ha ottenuto lo stesso risultato.
È stata valutata anche la presenza di un’altra sostanza controversa: il glutammato, l’ormai noto esaltatore di sapidità. Nelle patatine prese a campione dal test è risultato esserne particolarmente ricco il marchio M-Classic di Migros con oltre 4600 milligrammi per chilo.
Fortunatamente vi sono invece dei miglioramenti che riguardano l'”acrilamide“, sostanza sospettata di essere cancerogena, che si può formare durante il processo di produzione delle patatine fritte. Secondo la rivista svizzera, tutti i prodotti erano molto al di sotto del valore limite dell’Ue di 750 microgrammi per chilo.
Sono state trovate infine piccole quantità di 3-MCPD, contaminate derivato probabilmente dall’utilizzo ad alte temperature di olio di palma e altri grassi o oli, classificato come potenzialmente cancerogeno.
Il test di K-Tipp ha preso in esame patatine che difficilmente troveremo nei nostri supermercati, ad eccezione di quelle vendute da Lidl o Aldi. C’è da dire però che, vista la diffusione del problema pesticidi, è possibile (se non altamente probabile) che lo stesso risultato verrebbe fuori anche dall’analisi delle marche vendute in Italia.
Ci auguriamo dunque che presto lo stesso test venga ripetuto anche nel nostro paese per valutare l’eventuale presenza di pesticidi nelle patatine in busta.
Fonte: K-Tipp
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