11 milioni di mascherine al giorno, solo per le scuole. Verranno incenerite o finiranno disperse in mare? Rischiamo più mascherine che meduse
Oggi milioni di studenti sono rientrati in classe, portando non solo i loro zainetti, ma anche tanta emozione, un po’ di paura e… la loro immancabile mascherina usa e getta (obbligatoria per tutti i bambini e ragazzi sopra i sei anni).
Il Governo ha annunciato che verranno distribuite 11 milioni di mascherine al giorno a disposizione loro e del personale scolastico.
“La distribuzione avviene con cadenza settimanale o bisettimanale, in relazione al numero di alunni e di personale scolastico presenti in ciascuna istituzione scolastica”, si legge in una nota del ministero.
Ma che fine faranno queste mascherine? E quante tonnellate di rifiuti produrremo in questo modo? Verranno inceneriti o finiranno dispersi in mare?
Relativamente ai rifiuti che si originano dall’uso quotidiano e diffuso di dispositivi di protezione come guanti e mascherine, l’ISPRA ha stimato, all’inizio di maggio scorso, una produzione complessiva di rifiuti a fine 2020 compresa tra 160mila e 440mila tonnellate, con un valore medio di 300 mila tonnellate. Questo quanto emerso relazione della “Commissione ecomafia su Covid-19 e ciclo dei rifiuti”.
Così, se fino a poco prima della riaperture delle scuole si pensava che questi volumi potessero essere “gestibili dal sistema impiantistico italiano senza squilibri”, ora invece gli esperti iniziano a lanciare l’allarme.
“Purtroppo gli inceneritori non bastano, soprattutto nel Mezzogiorno dove questi impianti sono una rarità — avverte Chicco Testa, esperto di ecologia e presidente dell’Assoambiente — e di conseguenza un gran numero di rifiuti e di mascherine sanitarie usate non vengono distrutti ma finiscono nelle discariche o, peggio, dispersi nell’ambiente”.
Così, non è improbabile pensare che presto nel Mediterraneo ci saranno più mascherine che meduse. D’altronde, l’organizzazione ecologista francese Opération Mer Propre lo aveva già denunciato in tempi meno sospestti, documentando la comparsa di questi rifiuti sulle coste e i fondali del paese.
Le immagini dalle coste francesi erano già davvero terribili.
“Li stavamo aspettando, sono arrivati, ma non nel posto giusto… Le prime maschere sono apparse nel Mediterraneo” si leggeva nel post pubblicato sulla pagina Facebook dell’associazione.
Tutto questo non è che destinato a peggiorare…
Fonti: Ministero Istruzione, Ispra, Assoambiente
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