Lanciano campagna contro l’uso di pesticidi nella produzione di mele in Alto Adige, trascinati in tribunale per diffamazione due attivisti

Due attivisti hanno denunciato il massiccio impiego di fitofarmaci in Alto Adige e sono stati trascinati in una causa per diffamazione.

L’Alto Adige è una distesa infinita di meleti: ettari ed ettari di terreno coltivati a mele. Ma per combattere insetti nocivi, parassiti, erbacce e funghi patogeni, la stragrande maggioranza dei coltivatori agricoli utilizza pesticidi (e non solo per le mele, ma anche per il vino, la cui produzione in tutto il Trentino Alto Adige è altrettanto elevata). Tutto normale? Non proprio. È per questo che due attivisti hanno denunciato il massiccio impiego di fitofarmaci. E – paradosso – sono stati trascinati in una causa per diffamazione.

Tutto è cominciato quando l’Umweltinstitut München, l’Istituto per l’Ambiente di Monaco di Baviera, nel 2017, realizzò una campagna informativa dal titolo “Pestizidtirol” per sensibilizzare l’opinione pubblica sul largo uso di pesticidi in Alto Adige ed espose per qualche giorno un manifesto di denuncia nella fermata della metropolitana di Monaco di Karlsplatz.

Portavoce della campagna era Karl Bär, responsabile delle politiche agricole e commerciali dell’Istituto Bavarese. Sempre in quell’anno, poi, l’autore Alexander Schiebel pubblicò il libro Das Wunder von Mals (Il miracolo di Malles), la cittadina dell’Alto Adige/Südtirol che nel 2014 indisse un referendum per mettere al bando una serie di pesticidi.

Di fatto, in Alto Adige sono oltre 18 mila gli ettari di terreno agricolo utilizzati per la melicoltura. Ogni anno vengono raccolte più di 900mila tonnellate di mele (nel 2017 sono stati raccolti 9.107.670 quintali di mele, secondo dati ASTAT, Istituto provinciale di statistica), quasi la metà della produzione italiana e circa il 10% di quella dell’Unione europea. Secondo recenti dati Istat, inoltre, solo nella Provincia Autonoma di Bolzano la vendita di pesticidi in rapporto alla superficie trattabile supera di oltre sei volte la media nazionale.

mele alto adige

Mele in Val Venosta © Germana Carillo

La mossa di Karl Bär e di Alexander Schiebel non è evidentemente piaciuta all’assessore all’agricoltura della Provincia Autonoma di Bolzano, Arnold Schuler, che li ha così denunciati per diffamazione (insieme all’assessore ci sono più di mille agricoltori locali). I due attivisti sono insomma “colpevoli” di avere denunciato il largo impiego di pesticidi nei meleti altoatesini e i conseguenti rischi per la salute e l’ambiente.

Il processo si terrà al tribunale provinciale di Bolzano il prossimo 15 settembre. Bär e l’Istituto per cui lavora denunciano che questo è un “attacco alla libertà di espressione” e una “strategia sempre più comune in Europa per mettere il bavaglio a giornalisti e attivisti”.

Forza Karl, lottare contro i rischi ormai ben noti dei pesticidi ti fa onore. D’altronde, perché coltivare e mettere in vendita mele trattate con sostanze potenzialmente tossiche se esistono metodi altrettanto validi basati sull’agricoltura naturale?

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