Ormai manca davvero poco al picco delle Perseidi, lo sciame di meteore più atteso del 2024 e che comunque sono già visibili nei nostri cieli. Ma perchè sono chiamate anche Lacrime di San Lorenzo e quindi tradizionalmente associate al 10 agosto? Ecco storia e tradizioni di questo straordinario spettacolo celeste
Stelle cadenti di San Lorenzo, ci siamo. Ormai manca davvero poco al picco delle meteore più attese dell’anno e che comunque sono già visibili nei nostri cieli (lo sciame infatti quest’anno è attivo già dal 17 luglio e lo sarà fino al 24 agosto). Scopriamone le tradizioni e la storia.
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Note anche come Perseidi, le meteore associate solitamente alla notte del 10 agosto, quest’anno raggiungeranno il picco il 12 agosto, come accade ormai dal molto tempo, quindi non nella famigerata notte di San Lorenzo, che si festeggia il 10.
Le origini delle Perseidi
Le prime osservazioni delle Perseidi risalgono addirittura al 36 d.C a opera dei cinesi. Ma nel 1866, dopo il passaggio al perielio della cometa Swift-Tuttle del 1862, l’astronomo italiano Giovanni Virginio Schiaparelli ne scoprì il legame.
Le meteore dunque hanno avuto origine dalla cometa Swift-Tuttle, caratterizzata da un nucleo di circa 10 km. Il suo ultimo passaggio al perielio ebbe luogo nel 1992, e il prossimo si realizzerà nel 2126. Quelli che noi oggi ammiriamo ad agosto sono i frammenti che la cometa ha lasciato dietro di se durante le precedenti orbite attorno al sole.
Perché sono associate alla notte di San Lorenzo, tra religione e tradizione
Il vero nome di questo sciame di meteore è Perseidi ed è legato al radiante, ossia al punto da cui sembrano avere origine, in questo caso la costellazione di Perseo.
Tuttavia, nel nostro Paese, esse sono conosciute anche come Lacrime di San Lorenzo e per tradizione sono associate alla notte del 10 agosto intitolata proprio a San Lorenzo martire. Ma questa definizione è l’ultima in ordine di tempo, ripresa dalla tradizione cristiana da quella pagana.
In Grecia il fenomeno è stato religiosamente associato alla Trasfigurazione del Signore che cade il 6 agosto ma in epoca romana le meteore venivano considerare una propizia pioggia di sperma del dio Inuo-Priapo che, con questo gesto, fecondava i campi. Non a caso visto che secondo la tradizione pagana il mese di augustus era dedicato all’imperatore Ottaviano Augusto ed era quello in cui si celebravano la maggior parte delle feste legate al mondo agricolo, alla coltivazione dei campi, alle fertilità.
Durante alcuni festeggiamenti, aveva luogo la cosiddetta ‘fescennina iocatio’, ossia la ‘facezia fescennina‘ ed era portato in processione l’enorme fallo del dio Priapo celebrando anche le sue “lacrime” e la fertilità.
Il passaggio al santo cristiano Lorenzo venne mutuata dalla Chiesa Cattolica. Probabilmente, la figura del santo venne scelta in quanto foneticamente assonante con quella di Acca Larenzia, ossia la Grande Madre e controparte femminile di Priapo, anch’essa festeggiata il 10 agosto.
Le “lacrime” feconde di Priapo si sono così trasformate in quelle di San Lorenzo, l’arcidiacono cristiano ucciso il 10 agosto a causa di un editto secondo il quale vescovi e presbiteri dovevano essere uccisi. Il rogo con cui venne ucciso prevedeva carboni ardenti: per questo le stelle cadenti altro non sarebbero che le braci su cui venne bruciato il santo.
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Fonte: Uai
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