Bolsonaro denunciato per genocidio al tribunale dell’Aia dal sindacato dei medici e infermieri

Il presidente brasiliano Bolsonaro è accusato dai sindacati dei medici di crimini contro l'umanità per la sua gestione dell'emergenza coronavirus

Il presidente brasiliano Bolsonaro è accusato di genocidio e crimini contro l’umanità per la sua gestione dell’emergenza coronavirus. Un gruppo di sindacati e organizzazioni sociali che rappresentano più di 1 milione di operatori sanitari brasiliani ha presentato una denuncia al Tribunale penale internazionale dell’Aia, nei Paesi Bassi.

Bolsonaro, secondo la rete sindacale brasiliana UNISaúde, è accusato di aver commesso un crimine contro l’umanità reagendo alla pandemia con “disprezzo, abbandono e rifiuto.”  Con oltre 87.000 decessi e 2,4 milioni di contagiati finora, il Brasile è il paese più colpito dal coronavirus a livello mondiale, secondo solo agli Stati Uniti (4,37 milioni di casi).

UNISaúde sostiene che ci sono prove che Bolsonaro abbia commesso un crimine contro l’umanità a causa di

“azioni negligenti e irresponsabili che hanno contribuito alle oltre 80.000 morti per la malattia nel paese “.

Non si parla di poche decine di medici e infermieri ma di oltre un milione di operatori sanitari, sia nella sfera pubblica che in quella privata, in 18 stati brasiliani e nel Distretto Federale.

“Il governo di Bolsonaro dovrebbe essere accusato della sua azione insensibile di fronte alla pandemia e del rifiuto di proteggere gli operatori sanitari brasiliani e la popolazione brasiliana, che ha promesso di difendere quando è diventato presidente”, ha detto Marcio Monzane, segretario UNISaude. “Comprendiamo che il ricorso al tribunale penale internazionale sia una misura drastica, ma i brasiliani si trovano ad affrontare una situazione estremamente difficile e pericolosa creata dalle decisioni deliberate di Bolsonaro”.

Il documento accusa il presidente di mettere a rischio gli operatori sanitari promuovendo l’assembramento dei suoi sostenitori, avvicinandosi a loro senza mascherina e pubblicizzando farmaci, come l’idrossiclorochina, per i quali non esiste alcuna prova scientifica dell’efficacia contro la malattia. L’azione condanna anche il fatto che il paese non abbia un ministro a pieno titolo presso il Ministero della Salute.

Secondo il Bollettino epidemiologico del Ministero della salute brasiliano, dalla settimana del 12-18 luglio, 96 mila infermieri, tecnici e assistenti infermieristici sono stati colpiti dal coronavirus. Il numero di decessi di questi lavoratori, il 24 luglio, era vicino a 300, secondo l’Osservatorio infermieristico Cofen.

D’altra parte, non solo gli operatori sanitari sono esposti, ma anche gruppi e popolazioni a rischio a causa dell’omissione delle autorità. Anche le popolazioni indigene sono allo stremo. Molte rischiano di essere cancellate dal Covid19.

Un vero e proprio sterminio, che per i sindacati poteva in parte essere evitato o quantomeno limitato.

Fonti di riferimento: CNN Brasile

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