Addio al pesce palla liscio: è la prima estinzione ufficialmente documentata dell’epoca moderna

Si è estinto il primo pesce "osseo" dell'epoca moderna. A dichiararne ufficialmente la scomparsa è stato l'Iucn. Ecco dove viveva

Purtroppo nei mari del mondo non esiste più. Abbiamo perso per sempre il pesce palla liscio (Sympterichthys unipennis). È il primo pesce marino moderno a estinguersi. Una creatura staordinaria, in grado di “camminare” sulle pinne pettorali e pelviche.

Si tratta, o meglio si trattava, di una specie insolita che viveva  nelle acque australiane ma che adesso è stata dichiarata estinta dall’Iucn, probabilmente a causa della perdita di habitat e delle pratiche distruttive della pesca. Secondo gli scienziati australiani, ce n’era solo un esemplare noto emblematico dell’intera specie.

Ed esiste solo una foto di questa creatura, in cui è possibile notare un pesce avvizzito e ingiallito con pinne pettorali che si estendono come braccia e una cresta triangolare attaccata alla sommità della testa. Tra il 1800 e il 1804, lo zoologo francese François Péronne lo vide e lo catturò nell’oceano durante un viaggio attraverso l’Australia, presumibilmente nelle acque costiere della Tasmania sud-orientale.

Da allora, nessun altro eemplare venne individuato e il pesce che Péron raccolse divenne l’olotipo dell’intera specie. A marzo 2020, l’IUCN ha dichiarato ufficialmente estinta la specie.

La perdita di questa specie può sembrare insignificante, soprattutto perché non è stata avvistata negli ultimi 200 anni, ma è un evento degno di nota: il pesce spada liscio è in realtà il primo pesce marino osseo a estinguersi nei tempi moderni. Anche si potrebbe sostenere che il temolo della Nuova Zelanda (Prototroctes oxyrhynchus) sia stato in realtà il primo pesce oceanico a estinguersi, esso però è migrato e si è riprodotto in acqua dolce, quindi non era un pesce esclusivamente marino.

Secondo Jessica Meeuwig, docente dell’Università dell’Australia occidentale e direttrice del Center for Marine Futures dell’università, il pesce è probabilmente scomparso a causa della perdita di habitat e di pratiche distruttive come la pesca delle capesante e che l’estinzione della specie è “indicativa di problemi più ampi nel modo in cui continuiamo a gestire i nostri oceani. ”

“Alcuni sostengono che l’oceano sia troppo vasto perché la fauna marina si estingua”, ha detto. “Ma l’industrializzazione degli oceani tra pesca, miniere, esplorazione di petrolio e gas, spedizioni e sviluppo di infrastrutture si sta avvicinando alla scala dell’industrializzazione terrestre e al rischio di estinzione per la fauna marina”.

Il Sympterichthys unipennis faceva parte della famiglia dei Brachionittidi (Brachionichthyidae). Si tratta di 14 specie di pesci tutti accomunati dalla capacità di “camminare” sul fondo del mare con le pinne pettorali. Essi non hanno vesciche natatorie in grado di aiutarli a galleggiare, quindi camminare è la loro fonte di spostamento preferita. Oggi ne esistono 13 ma molti sono a rischo, 4 sono classificati come in via di estinzione.

Purtroppo questa loro caratteristica li rende ancora più vulnerabili  a causa del declino dell’habitat, dell’inquinamento, delle pratiche di pesca distruttive e della predazione di specie invasive.

Una notizia che dovrebbe farci riflettere.

Fonti di riferimento: Iucn Red List, Mongabay

LEGGI anche:

A rischio estinzione ben 600 specie di animali in più del previsto. Lo studio

Rischio estinzione di massa per gli animali marini, colpa della pesca intensiva (VIDEO)

 

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Instagram