Gli scienziati tenteranno di salvare il “gioiello della natura”, ape fortemente a rischio soprattutto dopo gli incendi in Australia
Gli scienziati della Flinders University e dell’Università di Adelaide (Australia) tenteranno di salvare il “gioiello della natura”, una meravigliosa ape verde scintillante, fortemente a rischio soprattutto dopo gli incendi in Australia. È l’ape carpentiere, una delle più grandi api autoctone nella grande isola dell’Oceania, fondamentale per l’impollinazione di alcune piante in quella parte di mondo.
Gli incendi che hanno devastato interi territori australiani hanno messo a serio rischio la sopravvivenza dell’ape carpentiere (Xylocopa aerata), specie autoctona così chiamata perché scava i nidi in legno invece di usare buchi esistenti, e descritta come un ‘gioiello della natura’ per la sua colorazione verde e oro metallizzata.
Con una lunghezza del corpo di circa 2 centimetri, è tra le più grandi api autoctone dell’Australia meridionale. Sebbene non produttrice di miele utile all’industria, è un impollinatore importante per diverse specie di piante autoctone australiane. Non possiamo farne a meno.
“I catastrofici incendi della scorsa estate hanno aumentato significativamente il rischio di estinzioni locali di questa magnifica specie – scrivono su ‘The Conversation’ i ricercatori che il prossimo 13 luglio lanceranno il progetto Flora, Fauna, Fire – Abbiamo studiato l’ape di carpentiere per decenni […]. Vedere i nostri sforzi e, ancora più importante, la maggior parte degli habitat su cui fanno affidamento queste api distrutti dall’incendio del 2020 è stato devastante”.
Molte piante autoctone si affidano completamente alle api impollinatrici per la produzione di semi, ma soprattutto le api introdotte non impollinano queste piante, quindi è indispensabile preservare le native.
Questo meraviglioso insetto ha una storia molto dolorosa alle spalle: si era estinta nell’Australia meridionale continentale già nel 1906 e in Victoria nel 1938 (prevalentemente a causa di altri incendi), e attualmente è ancora presente nella metà occidentale dell’Isola dei canguri nell’Australia meridionale, nelle aree protette intorno a Sydney e nella Great Dividing Range nel Nuovo Galles del Sud, dove gli incendi dello scorsa estate australe hanno però distrutto ettari su ettari di territori.
Purtroppo questa specie è particolarmente sensibile al fuoco perché ha bisogno di fiori tutto l’anno ma soprattutto perché per nidificare usa il legno, molto suscettibile alla distruzione causa incendi. Non potendo nidificare, l’ape dunque non si riproduce e va incontro a estinzione.
“Per apprezzare appieno l’impatto, dobbiamo esaminare le restanti aree non coltivate rimaste nell’Isola dei canguri e nel Nuovo Galles del Sud – scrivono gli scienziati – Abbiamo fortunatamente già trovato alcuni nidi naturali sull’isola, ma le restanti aree adatte sono piccole e isolate e le densità sono probabilmente basse”.
Il progetto ora proseguirà con l’istallazione di “nidi artificiali”, gambi in legno che potrebbero essere usati dalle api per costruire le loro colonie. Il tutto in zone dove il supporto floreale sarà ritenuto sufficiente a garantirne la sopravvivenza.
“Il successo non è garantito – allertano però i promotori del progetto – Incendi boschivi estesi e ripetuti […], stanno rendendo sempre più raro l’habitat da molto tempo. Questa mancanza di foresta antica e non bruciata minaccia gravemente l’esistenza delle api carpentiere”.
E non solo lei: molte piante e animali australiani non sono resistenti ad incendi continui, indipendentemente dalla loro intensità o periodo dell’anno. E purtroppo la situazione sembra peggiorare.
“L’importanza ecologica della foresta non bruciata da molto tempo necessita di un riconoscimento urgente – tuonano i ricercatori – poiché l’aumento della frequenza degli incendi, sia di quelli naturali che dolosi, probabilmente porterà all’estinzione una serie di specie”.
Solo nell’Isola dei canguri rischiano diversi piccoli mammiferi e una discreta gamma di specie di invertebrati, tra cui le api carpentiere.
Dato l’atteso aumento della frequenza e dell’intensità degli incendi associati al riscaldamento globale, è urgente riconoscere le specie sensibili al fuoco come vulnerabili.
E passare all’azione.
Fonti di riferimento: The Conversation / Biolib
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