Un nuovo studio italiano ha analizzato 21 campioni di succhi di frutta alla pera trovando residui di micotossine e pesticidi (anche non approvati)
I succhi di pera sono tra le bevande più amate dai bambini. Ma cosa contengono davvero? Sono sicuri o al loro interno vi sono tracce di sostanze potenzialmente dannose? Ha voluto fare chiarezza sulla questione un nuovo studio italiano che ha analizzato diversi campioni di succo di pera venduti nel nostro paese.
I succhi di frutta sono prodotti di uso comune ma non tutti sanno che all’interno possono essere rinvenute sostanze contaminanti, come micotossine e pesticidi, originariamente presenti sui frutti da cui vengono ricavati (in questo caso le pere).
Il team della facoltà di Farmacia dell’Università Federico II di Napoli, guidato dal professor Alberto Ritieni, ha analizzato 21 campioni di succhi di frutta alla pera per scovare proprio l’eventuale presenza di micotossine e pesticidi.
Non è la prima volta che un’indagine si sofferma su questo argomento. Vi avevamo già parlato di un test de Il Salvagente che lo scorso anno aveva trovato in queste bevande tracce di pesticidi e tossine anche se in quantità sotto i limiti di legge.
Ma questa volta le analisi cosa hanno evidenziato?
I risultati
Un totale di 21 campioni di succhi di pera di diversi marchi europei sono stati acquistati casualmente tra gennaio e febbraio 2020 in differenti supermercati situati nella regione Campania. I campioni sono stati divisi in succhi organici (7) e convenzionali (14) facendo riferimento a quanto indicato in etichetta dal produttore.
In tutti i casi, la percentuale di frutta era superiore al 50%; altri ingredienti dichiarati nelle etichette dei succhi erano acqua, zucchero, sciroppo di glucosio-fruttosio, succo di limone e acido citrico e ascorbico.
Tutti i campioni sono stati conservati in frigorifero a 4 ° C nelle loro confezioni originali e analizzati entro 3 giorni dalla registrazione del campione.
Ma arriviamo al punto: in seguito alle analisi, gli esperti hanno trovato fino a 9 diverse micotossine, in particolare un’estesa presenza di zearalenone (67%) ma anche le enniatine B, B1, A e A1, micotossine emergenti di Fusarium (un fungo).
Le micotossine sono metaboliti secondari fungini che possono portare a diverse conseguenze negative per la salute tra cui immunosoppressione, cancerogenicità o nefrotossicità. Nelle pere, i generi più attivi nella produzione di micotossine sono Alternaria, Aspergillus e Penicillium.
La patulina (PAT), prodotta da Aspergillus e Penicillium spp. è la micotossina più studiata nel succo di pera seguita da citrinina (CIT) e ocratossina A (OTA), prodotte da Aspergillus e Penicillium spp. ma anche le micotossine di Alternaria, come l’alternariolo (AOH) e l’alternariolo monometil etere (AME).
Oltre a questi generi, il nuovo studio ha evidenziato anche le micotossine di Fusarium, altro fungo patogeno potenzialmente presente nella pera.
Ma non solo, attraverso un’analisi retrospettiva basata su una biblioteca spettrale di massa, sono stati trovati anche 77 residui di pesticidi che comprendono una vasta gamma di composti tossici ampiamente utilizzati per prevenire le colture dagli organismi nocivi.
Tra questi addirittura 2 non approvati: l’etossichina (64% dei campioni) e il triazofos (55%) .
Nella pera, i pesticidi vengono utilizzati principalmente per evitare le malattie post raccolta causate da funghi. A questo scopo vengono comunemente usati quelli del gruppo benzimidazolo ma si adoperano anche i piretroidi, un altro gruppo di pesticidi regolarmente applicati per la loro capacità insetticida.
Nonostante l’accumulo di residui sia dovuto principalmente all’uso dei pesticidi sulle piante, ci sono altri fattori da prendere in considerazione, come un potenziale deflusso da suoli e acque contaminati o persino una contaminazione incrociata tra colture diverse.
In termini di regolamentazione, la Commissione europea ha stabilito limiti massimi di residui (LMR) per il succo di pera. I residui di antiparassitari sono introdotti ai sensi del regolamento (CE) n. 396/2005, ma non sono stati fissati LMR specifici per il succo di pera, pertanto vengono applicati quelli corrispondenti alle pere. Con riferimento alle micotossine, il regolamento (CE) n. 1881/2006 riguarda la contaminazione nel succo di pera, fissando un LMR a 50 ng / mL per PAT.
Tutti i campioni contenevano residui di pesticidi ma i succhi di pera biologici ne avevano in quantità decisamente minore (p <0,05) rispetto a quelli convenzionali.
In conclusione gli esperti sottolineano che:
“I risultati ottenuti indicano un’estesa contaminazione del succo di pera commercializzato con composti indesiderati e dovrebbero essere presi in considerazione quando si eseguono studi di valutazione del rischio”.
Particolare attenzione bisogna avere nei confronti dei bambini, gli autori sottolineano infatti che mentre l’esposizione alle micotossine di Fusarium potrebbe essere innocua per la salute degli adulti, diverso è il caso dei bambini che assumono succo di pera regolarmente:
“è necessario valutare il profilo di contaminazione di questi prodotti per garantire un consumo sicuro” concludono gli autori.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Food
Fonte: Food Mdpi
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