Le gallerie italiane non sono sicure: l’ADAC boccia 7 tunnel su 8

Sette tunnel italiani non sono sicuri. Lo dice una nuova analisi condotta dall'Adac, che ha preso in esame le gallerie di alcuni paesi Ue

Sette tunnel italiani non sono sicuri. Lo dice una nuova analisi condotta dall’Adac, l’Automobil Club tedesco che ha preso in esame le gallerie di alcuni paesi europei. A essere finiti nel mirino sono le strade di Italia, Austria e Croazia e il nostro paese purtroppo non ne è uscito bene.

Secondo l’Adac, le gallerie europee sono tutt’altro che sicure.  Oltre il 50 percento dei tunnel testati non raggiunge la sufficienza anche se ci sono differenze tra i vari paesi, con l’Austria che vanta tunnel esemplari, seppur con dei miglioramenti da apportare, e l’Italia in cui ben 7 gallerie su 8 non sono ritenute sicure.

“Quanto sono sicuri i nostri tunnel in Europa? La questione non ha perso la sua urgenza: ora che l’ammenda inflitta dalla scadenza dell’UE per i lavori di ristrutturazione e miglioramento delle gallerie europea è scaduta, l’ADAC ha inviato il suo tester per l’ispezione in Italia, Croazia e Austria” si legge nel documento.

In tutto sono stati ispezionati 16 tunnel, tutti più lunghi di un km, molto utilizzati dai turisti tedeschi. Sono 8 quelli che non hanno superato l’esame e non hanno soddisfatto nemmeno gli standard minimi stabiliti dall’UE, tra questi 7 tunnel italiani e uno croato. Secondo l’Adac, la maggior parte dei tunnel italiani esaminati lascia molto a desiderare quando si tratta di sicurezza.

In tutto sono stati esaminati 8 tunnel italiani (3 in Liguria, 3 in Emilia Romagna, uno in Val d’Aosta e uno in Friuli Venezia Giulia) e tra questi 7 presentano gravi carenze di sicurezza, dalla galleria Giovi sull’A7 nei pressi di Genova a Les Cretes sulla A5 in Val d’Aosta fino alla Castelletto, sull’A12, ancora in Liguria.

Ecco l’elenco degli 8 tunnel esaminati, in grassetto abbiamo evidenziato quelli che non hanno superato il test.

  • Giovi (Liguria)
  • Castelletto (Liguria)
  • Fornaci (Liguria)
  • Les Cretes (Val d’Aosta)
  • Tarvisio (Friuli-Venezia Giulia)
  • Banzole (Emilia-Romagna), 
  • Roccaccia (Emilia-Romagna)
  • Allocco (Emilia-Romagna).

Les Cretes e Castelletto presentavano debolezze particolarmente gravi. Non c’erano uscite di emergenza, baie di avaria, estintori, idranti o telefoni di emergenza nella galleria Giovi. Le vie di fuga non erano contrassegnate e i tester hanno anche cercato invano altoparlanti, videosorveglianza o informazioni continue sul traffico.

tunnel italia

©ADAC

Anche Les Cretes nei pressi di Aosta purtroppo vanta una situazione simile. Le baie e le strisce laterali risultavano inesistenti aumentando così i rischi per gli automobilisti. In caso di incendio, le vie di fuga, distanti fino a 800 metri di distanza, avrebbero reso più difficile sia l’auto-salvataggio che l’aiuto da parte degli operatori di soccorso. Gli altoparlanti mancavano e non era presenta alcuna radio a traffico continuo lasciando gli automobilisti senza informazioni in situazioni di crisi.

Il tunnel Castelletto di Recco invece non presentava estintori, idranti, baie di avaria o strisce laterali continue. I tester inoltre non hanno trovato telefoni di emergenza, videosorveglianza o altoparlanti.  Numerose sono state anche le carenze registrate nelle gallerie del Tarvisio, Banzole, Fornaci e Roccaccia.

Solo un tunnel, l’Allocco sulla A1 in Emlia-Romagna risponde “in parte” agli standard di sicurezza europei.

Al contrario, tutti quelli austriaci esaminati hanno superato il test e anche quelli croati sono complessivamente “solidi”. I cinque tunnel austriaci – Gleinalm , Hiefler, Oswaldiberg , Klauser e Perjen – brillano con misure di sicurezza di altissimo livello.

“La maggior parte delle gallerie italiane sono di proprietà privata. Autostrade per l’Italia è uno dei maggiori operatori di strade a pedaggio in Italia. Gestisce sei dei tunnel testati ed è stato ripetutamente criticato dal pubblico a causa dell’infrastruttura fatiscente. Include anche il ponte dell’autostrada Morandi vicino a Genova, che è crollato nel 2018 e ha ucciso 43 persone. La preoccupazione è che gli operatori privati continueranno a non effettuare i necessari lavori di ristrutturazione nel prossimo futuro. I mancati ricavi da pedaggio durante la pandemia non devono ora servire da scusa per astenersi dalle misure salvavita quando si rinnovano i tunnel. In particolare, i miglioramenti rapidamente implementabili come l’installazione di estintori devono essere affrontati immediatamente” è la dura critica dell’ADAC.

Purtroppo, nonostante siano passati ben 16 anni dall’entrata in vigore della direttiva sulle gallerie dell’UE, non tutte quelle che attraversano le Alpi in direzione sud sono sufficientemente sicure.

Intanto, proprio di recente Autostrade per l’Italia ha presentato il piano di manutenzione delle gallerie liguri, che prevede il potenziamento del personale tecnico impegnato nelle attività di controllo e manutenzione dei tunnel della regione:

“Abbiamo ottenuto da Autostrade un impegno a lavorare per la messa in sicurezza delle gallerie 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, come da noi richiesto: entro la fine di giugno è in programma la conclusione della prima fase degli interventi sui 285 tunnel presenti sulla rete autostradale ligure. Cittadini e turisti, dall’inizio di luglio, avranno due corsie per senso di marcia a disposizione nelle principali tratte durante il giorno. Oltre a questo è prevista un’estensione e un potenziamento delle esenzioni sulle tratte che ruotano attorno al nodo di Genova. Nel complesso – ha detto il presidente della Liguria Toti– si tratta di uno sforzo importante che va incontro alle necessità della Liguria: la nostra regione ha bisogno di certezza sulla sicurezza nell’ambito del trasporto e allo stesso tempo di avere la garanzia di una mobilità efficiente, soprattutto perché viviamo un momento in cui la logistica, i contatti e il turismo rappresentano la chiave di volta per la ripartenza economica della nostra regione dopo il lockdown”.

Basterà a riportare le gallerie ai livelli di sicurezza richiesti dall’Europa?

Fonti di riferimento: Autostrade, Adac

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