Un nero, una bimba di 8 anni e un’elefantessa incinta. 3 nazioni, 3 storie, 1 colpevole: la crudeltà umana

Dall'elefantessa a George Floyd, fino alla storia della piccola Zohra. Tre storie accomunate da una parola terribile: violenza

Violenze su violenze. Dall’elefantessa uccisa dall’ananas a George Floyd, fino alla storia della piccola Zohra, di appena 8 anni, colpevole solo di aver liberato due pappagalli rinchiusi in gabbia nella casa in cui faceva la domestica.

Gli utenti dei social stanno accomunando questi tre eventi tra di loro. Anche se sembrano molto diversi, in realtà hanno tutti un punto in comune: sono frutto dell’inaudita crudeltà umana.

Il caso di George Floyd, brutalmente ucciso da un poliziotto, dopo oltre due settimane sta ancora facendo discutere. Ieri in tutto il mondo ci state le proteste in piazza.

Oggi Michael Jordan ha destinato 100 milioni per combattere il razzismo. La cifra sarà destinata nel corso dei prossimi 10 anni a organizzazioni volte a garantire l’uguaglianza e la giustizia sociale.

Anche la triste storia dell’elefantessa è ancora al centro dei dibattiti. Non ci sono parole per descrivere il gesto condannato da tutti, da ogni parte del mondo.

Una mamma barbaramente uccisa, con il proprio piccolo ancora nel grembo (al netto di tutte le polemiche che l’indignazione sulla vicenda ha generato).

E poi è toccato alla piccola Zohora, assassinata nella casa in cui lavorava come domestica in Pakistan, per aver liberato una coppia di pappagalli rinchiusi in gabbia.

https://www.greenme.it/lifestyle/costume-e-societa/zohra-domestica-uccisa-pappagalli/

Da ogni parte del mondo, in questo momento si chiede giustizia per queste tre vittime, brutalmente uccise da una violenza che non conosce nazionalità.

#JusticeForZohra #justiceForGeorge #JusticeForPregnantElephant

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