Creme solari, le sostanze chimiche pericolose rimangono a lungo nel sangue. Nuovo studio dell’FDA

La Fda con uno studio conferma quanto già si sapeva: le sostanze chimiche presenti nelle creme solari rimangono nel sangue e non si conoscono gli effetti

Un nuovo studio della Food and Drug Administration (FDA) conferma quanto già era emerso da una precedente ricerca (sempre opera dell’ente governativo americano): le sostanze chimiche presenti nelle protezioni solari possono rimanere in circolo nel sangue per lungo tempo.

Lo scorso anno, una ricerca dell’FDA ha riacceso l’attenzione sul tema controverso delle protezioni solari, in particolare sul fatto che le sostanze chimiche pericolose presenti all’interno di questi cosmetici possono restare nel sangue anche per 24 ore.

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© Jama

Allo studio dell’anno scorso, la FDA ha dato seguito con una seconda ricerca (un follow-up di ricerche precedenti) pubblicata su JAMA dove, in pratica, ha confermato che il corpo assorbe livelli insolitamente alti di alcuni ingredienti attivi presenti nelle creme solari. Si tratta di avobenzone, ossibenzone, ottocrylene, omosalato, ottisalato e ottinoxato (la precedente ricerca invece aveva valutato la presenza nel sangue solo di 4 ingredienti: avobenzone, oxybenzone, ecamsule e octocrylene).

Gli ingredienti attivi non dovrebbero essere assorbiti attraverso la pelle e nel flusso sanguigno a livelli superiori a 0,5 nanogrammi per millilitro (ng / mL) senza ulteriori test, affermano gli esperti. Ma, nello studio, i ricercatori hanno scoperto che l’ossibenzone, quando applicato ogni due ore secondo le indicazioni che si trovano in etichetta, veniva assorbito a un livello di 258,1 ng / mL. Questo è 516 volte il limite fissato dalla FDA.

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© Jama

L’ossibenzone aveva il più alto tasso di assorbimento, ma anche gli altri cinque ingredienti attivi venivano assorbiti a livelli estremamente elevati.  “Tuttavia, non è chiaro se ciò rappresenti un vero rischio per la salute“, ha dichiarato Apple Bodemer, MD, dermatologo presso UW Health.

Nonostante i dubbi, la FDA ricorda che utilizzare la protezione solare rimane una priorità assoluta per proteggersi dagli effetti dannosi del sole. Fermo restando che l’ente governativo americano continuerà a lavorare per stabilire i requisiti finali di marketing per i filtri solari, la FDA ha chiesto all’industria e ad altre parti interessate ulteriori dati sulla sicurezza di 12 ingredienti attivi per la protezione solare attualmente disponibili nei prodotti commercializzati.

Sono infatti necessari ulteriori studi per ciascuna di queste sostanze, al fine di comprendere appieno il loro assorbimento nel corpo e gli effetti a lungo termine. Senza ulteriori test, la FDA non sa quali livelli di assorbimento possano essere considerati sicuri.

Nel frattempo, quest’estate continueremo a trovare le stesse sostanze in molte creme, ma ne arriveranno anche di nuove, mentre altri ingredienti attivi stanno iniziando a sparire dai solari.

Le composizioni sono complesse da realizzare ma l’industria si sforza ogni anno di variare in modo tale da accontentare le richieste di mercato, cercando quindi di alleggerire le formulazioni ed eliminando gli ingredienti più controversi, sia per la salute umana che per l’ambiente.

Sì perché le creme solari hanno un impatto pesante anche sull’ambiente, come vi abbiamo ricordato più volte: le stesse sostanze chimiche che ci spalmiamo sulla pelle finiscono poi nei fiumi, nei laghi, nel mare e in generale nell’ambiente creando danni.

Nel primo studio dell’FDA americana sull’assorbimento sistemico degli ingredienti delle protezioni solari, è stato verificato che l’ossibenzone era quello che si trovava principalmente nel sangue e, di conseguenza,  è quello che ha più probabilità di raggiungere le acque reflue.

Il clamore che si è generato  tra gli esperti e l’opinione pubblica sui dubbi relativi a questo filtro hanno avuto un effetto positivo. Alcuni laboratori hanno infatti deciso di realizzare protezioni che non utilizzano più questo tipo di filtro e altri ingredienti fotocatalitici, ossia che possono reagire con la luce producendo radicali liberi.

Ma la lista degli ingredienti che iniziano a non essere più utilizzati non finisce qui, sempre più marche di creme solari hanno scelto di eliminare parabeni, profumi, conservanti o siliconi controversi dalle loro formulazioni.

Gli ingredienti di cui potremmo fare a meno

Si tratta di alcuni ingredienti presenti nelle creme solari la cui efficacia è ancora priva di prove scientifiche. Alcuni prodotti “vantano” la presenza di antiossidanti ma, come ha dichiarato Ángel Pizarro, dell’Unità per la prevenzione e la diagnosi precoce del melanoma del CDI spagnolo a El Paìs:

“Molto di ciò che viene detto e scritto sugli antiossidanti è altamente speculativo, fantascienza o pura finzione. L’utilità degli antiossidanti nei filtri solari topici per prevenire l’invecchiamento della pelle e il cancro della pelle è, per ora, una semplice ipotesi”.

Gli esperti spagnoli sono convinti che sia molto più importante impedire i potenziali danni delle radiazioni ultraviolette piuttosto che puntare sui benefici, ancora solo presunti, degli antiossidanti sulla pelle.

“Ci sono prove scientifiche molto chiare che dobbiamo combattere gli effetti dannosi delle radiazioni solari ultraviolette e dobbiamo evitare sempre le scottature. Ci sono molti meno dati chiari che dovremmo anche combattere il danno ossidativo, ad eccezione di seguire una dieta di tipo mediterraneo, ricca di frutta e verdure, che è ciò che è con assoluta certezza fa bene alla nostra salute generale e alla nostra pelle” ha dichiarato José Aguilera, esperto di fotobiologia dell’Accademia Spagnola di dermatologia e venereologia.

Anche per le creme solari, dunque, ricordiamoci sempre l’importanza di leggere l’INCI per scegliere un prodotto che ci protegga ma che sia il più “gentile” possibile per la nostra pelle e per l’ambiente.

 

Fonte di riferimento: JAMA/ FDAEl Paìs

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