Sversa cromo esavalente nel tombino della sua azienda in provincia di Brescia. Imprenditore denunciato rischia 2 anni di carcere

Denunciato il titolare di un'azienda in provincia di Brescia che ha sversato cromo esavalente, un rifiuto pericoloso per l'ambiente e la salute umana

Un nuovo sversamento, questa volta di cromo esavalente, è stato segnalato nel torrente Gobbia in provincia di Brescia. Grazie alle indagini si è risaliti al responsabile, che ora rischia il carcere oltre che una multa salata visto che si tratta di un rifiuto non solo inquinante ma anche pericoloso per la salute umana.

Ci aspettavamo di uscire da questo lockdown migliori e magari avendo imparato qualcosa in più sull’importanza di rispettare l’ambiente (e le regole). Purtroppo non sempre è così, già all’inizio della Fase 2 vi avevamo parlato di come erano riniziati gli sversamenti.

Un altro fatto molto grave è avvenuto in provincia di Brescia (tra l’altro una delle zone più colpite dal coronavirus e anche una delle più inquinate d’Italia) e precisamente a Lumezzane dove un’azienda ha sversato cromo esavalente (Cromo VI) in un tombino. Da qui il rifiuto pericoloso ha raggiunto il torrente Gobbia dove la dispersione è stata notata da alcuni cittadini che hanno fatto una segnalazione alle autorità.

Sono scattate immediatamente le indagini per individuare i colpevoli di questo grave reato ambientale. Ricordiamo che il cromo esavalente è un metallo non solo molto inquinante ma anche particolarmente pericoloso per l’uomo, è infatti cancerogeno anche a bassissime dosi.

Il cromo viene utilizzato nell’industria per le proprietà antiruggine ma ovviamente, si richiede di utilizzarlo con le massime accortezze, dato che può provocare tumori alle prime vie aeree, ai polmoni e allo stomaco. Essendo poi molto solubile in acqua, si può ritrovare all’interno della falde anche a distanza di molto tempo e in luoghi lontani dal punto in cui è stato gettato via.

I carabinieri forestali, in collaborazione con Ats e Arpa, grazie ad un piccolo robot, sono riusciti a fare il percorso a ritroso, risalendo le tubature e arrivando così al luogo da cui era stato effettuato lo sversamento. Si trattava dell’impianto di scarico delle acque meteoriche di un’azienda che si occupa di verniciature metalliche, il cui titolare è stato immediatamente denunciato.

Sulla questione è intervenuto anche il ministro dell’Ambiente Sergio Costa che ha riassunto brevemente la vicenda in un post su Facebook, sottolineando che:

“la giustizia ora farà il suo corso e chi ha tentato di avvelenare i cittadini e di attentare all’ambiente dovrà vedersela in un’aula di tribunale”.

Il titolare dell’azienda rischia l’arresto fino a 2 anni e una multa fino a 26mila euro. Il reato di cui è accusato è smaltimento illecito di rifiuti (art. 256 c.2 del D.lgs. 3 aprile 2006, n. 152) con l’aggravante che si tratta di rifiuti pericolosi.

Fonte di riferimento: Il Giornale di Brescia/ Valtrompia News / Facebook

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