La ripartenza economica dell'Italia durante la Fase 2 dovrà rispondere a due sfide, quella sociale e quella climatica. Le 33 proposte di Legambiente
L’Italia, durante la Fase 2, ha un’occasione che non può sprecare: ripartire in chiave green. Come? Dalle rinnovabili alla digitalizzazione, dalla messa in sicurezza dei territori all’edilizia sostenibile. I campi di intervento sono tanti e potrebbero essere l’ancora di salvezza del nostro paese. A tracciare la strada è Legambiente che ha fornito al Governo un pacchetto di 33 proposte, sotto forma emendamento al prossimo Decreto per far ripartire l’economia.
La grave crisi innescata dal coronavirus sta mettendo in ginocchio l’Italia ma occorre pensare già da subito a come ripartire puntando sull’economia circolare, sulla sostenibilità ambientale e dell’economia, ma anche sulla semplificazione delle procedure, sull’innovazione e sulla riduzione delle disuguaglianze. Tutto questo secondo Legambiente è già possibile attuando investimenti green.
“La Fase 2 è un’occasione che l’Italia non deve sprecare. Si può rilanciare l’economia e aiutare famiglie e imprese puntando su semplificazioni e interventi rapidi per la diffusione della banda larga e delle ricariche delle auto elettriche, per avere scuole sicure e case dove si riducono le bollette energetiche, per sbloccare gli impianti da rinnovabili, togliere le barriere non tecnologiche che rallentano l’economia circolare, le bonifiche dei siti inquinati e la rigenerazione urbana” spiega l’associazione.
Nei prossimi decreti il Governo dovrebbe rendere note le modalità per la ripartenza. Si dovrà dare nuova spinta a molti settori. Legambiente suggerisce ad esempio la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio che metterebbe in moto investimenti pari a 9 miliardi di Euro all’anno con 430 mila occupati e con risparmi in bolletta per le famiglie pari a circa 620 euro annui.
Anche la semplificazione degli interventi per portare la banda larga anche nei piccoli comuni e nelle aree interne del Paese porterebbe notevoli vantaggi economici con quasi 9 miliardi di euro di investimenti per il cablaggio previsti in tutta Italia.
L’economia circolare potrebbe inoltre diventare il motore del rilancio dei territori: a livello europeo viene stimato un beneficio economico al 2030 pari a 1.800 miliardi di euro annui, favorendo una crescita del Pil fino al 7%.
“I mesi che ci aspettano saranno complicati, ma le decisioni che verranno prese con il prossimo Decreto potranno imprimere una svolta nell’orientare le scelte per il futuro e costruire le condizioni per una transizione climatica che con la Legge di Bilancio, e nuovi provvedimenti ministeriali, potrà avere un’accelerazione virtuosa” ha detto Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente”. “La sfida è infatti di rilanciare l’economia e di dare risposta anche alle altre due grandi crisi che abbiamo di fronte, quella climatica e quella sociale”.
Ecco le 33 proposte di Legambiente
Si tratta di tre tipologie di semplificazioni. Le prime 13 riguardano le autorizzazioni. A seguire troviamo i provvedimenti in materia di rilancio dell’economia e infine i provvedimenti ministeriali da sbloccare:
- Semplificazioni per l’installazione di impianti da fonti rinnovabili
- Semplificazione degli interventi di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente
- Promozione dell’efficienza energetica attraverso sistemi geotermici
- Semplificazioni in materia di valutazione di impatto ambientale e partecipazione dei cittadini
- Semplificazione per l’installazione di reti a banda larga
- Semplificazioni per l’installazione di ricarica per auto elettriche
- Eliminazione di limiti all’utilizzo del pet riciclato per la produzione di bottiglie di plastica
- Promozione del Green public procurement
- Utilizzo di materiali provenienti dal riciclo nelle costruzioni
- Semplificazione degli interventi di rigenerazione urbana e ambientale
- Demolizioni di edifici abusivi
- Proroga e revisione degli incentivi per gli interventi di efficienza energetica e messa in sicurezza del patrimonio edilizio esistente.
- Creazione di un fondo per l’efficienza energetica e l’accesso al credito da parte delle famiglie
- Riqualificazione energetica del patrimonio edilizio residenziale pubblico
- Interventi di Adattamento ai cambiamenti climatici nei comuni italiani
- Fondo progettazione per la riqualificazione di edifici e strutture pubbliche
- Proroga di Industria 4.0 e prospettiva green
- Misure a sostegno dell’economia circolare
- Creazione di un fondo nazionale per la bonifica dei siti orfani
- Rinnovo del materiale rotabile ferroviario regionale e urbano
- Welfare mobilità per i dipendenti
- Potenziamento dei controlli ambientali
- Misure di contrasto alla povertà energetica
- Regolarizzazione dei cittadini stranieri
- Sbloccare il “buono mobilità” per le famiglie
- Sbloccare le risorse per le piste ciclabili
- Sbloccare le risorse per la riqualificazione del patrimonio edilizio
- Aggiornare le linee guida per l’autorizzazione di impianti da fonti rinnovabili
- Emanare i decreti e regolamenti per rendere definitivamente operativo il codice del terzo settore
- Sbloccare le risorse per la creazione di foreste urbane
- Completare l’anagrafe della situazione statica e energetica dell’edilizia scolastica
- Accelerare gli interventi di prevenzione del dissesto idrogeologico
- Sbloccare le risorse per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni
Dalla decarbonizzazione alla mobilità sostenibile
Anche secondo il WWF, la strategia per far ripartire l’Italia già dalla Fase 2 è legata a una ripresa economica green, a cominciare dalla decarbonizzazione. Sarà poi necessario favorire l’uso dei mezzi pubblici e della bicicletta in alternativa all’auto.
” Tra le misure di sostegno al reddito, il WWF suggerisce di premiare i comportamenti virtuosi e con prospettive a lungo termine, per esempio ridurre o annullare i costi di abbonamento/biglietto di trasporto pubblico sulla rete urbana e regionale. È necessaria una strategia per contenere l’impiego di mobilità privata, in particolare nei centri urbani. Lo sviluppo della mobilità leggera sarà un tassello importante di tale strategia. Un piano di brevissimo periodo deve essere introdotto per l’identificazione di percorsi ciclabili nelle città che creino dei corridoi di passaggio protetti e sicuri in assenza di autoveicoli. Il modello d’emergenza dovrà essere sostituito da un’infrastruttura ciclabile permanente” spiega.
Spazio anche al lavoro agile, grazie alla promozione della connessione veloce, che consentirà un impatto occupazionale nel breve periodo.
Fonti di riferimento: WWF, Legambiente
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