Quando i nostri figli ci abbracciano o ci chiedono di abbracciarli vogliono ricordarci che ci amano ma anche dirci qualcosa di altrettanto importante.
Cosa si nasconde dietro a un abbraccio? Sembra una domanda banale perché a primo sguardo l’abbraccio è semplicemente una manifestazione d’affetto, per quanto bella e profonda. Ma gli abbracci dei bambini a volte nascondono messaggi in codice.
Perché i bambini non sanno verbalizzare le emozioni come gli adulti, che hanno imparato a farlo crescendo. Per i bambini gioia, paura, timore, disagio passano anche attraverso i gesti e tra questi, gli abbracci.
Ecco che allora quando nostro figlio ci cerca per un abbraccio, quando sentiamo che ne ha bisogno, può essere che ci stia comunicando qualcosa. Potrebbe trattarsi di pura felicità o in altri casi, di paura, disagio, tristezza, tutte emozioni che soprattutto in questo periodo di quarantena potrebbero manifestarsi più spesso.
Non a caso molte madri, durante l’emergenza coronavirus, hanno notato nei propri figli un ritorno inaspettato della “mammite“, che non è casuale ma rivela un bisogno di protezione acuito dall’incertezza della situazione in corso.
Succede così che bambini normalmente autonomi e sicuri hanno iniziato a inseguire mamma e papà ovunque chiedendo maggiori attenzioni del solito. Non è noia ma bisogno di rassicurazione in un momento di profondo cambiamento, che i bambini percepiscono a livello emotivo, indipendentemente dalle parole.
Ma perché gli abbracci e non qualcos’altro? Perché nei primi 10 anni di vita lo spazio tra le braccia di mamma e papà è sacro. Come un luogo sicuro in cui tornare, come un nido pieno di calore e affetto pronto ad accogliere chi ne ha bisogno.
Ecco che allora per i nostri bambini quello spazio inviolabile è il luogo più adatto per esprimere i propri bisogni emotivi durante un’esplosione di gioia così come in un momento di grande sconforto.
Quello che possiamo fare come genitori è non negare loro questo spazio e non sgridarli se si dimostrano improvvisamente mammoni, ma accoglierli con pazienza e generosità.
Certo, non è facile bilanciare tutto ma essere presenti è importante. Lo si può fare, se il tempo a disposizione è poco, coinvolgendoli per esempio nelle nostre attività, lasciando che ci affianchino durante lo svolgimento di alcuni compiti o nella preparazione dei pasti. È un modo per farli sentire vicini, accolti, amati… e al sicuro.
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