Il nonno che si è tolto la vita perché non poteva vedere il nipotino è il simbolo della solitudine degli anziani al tempo del coronovavirus

Un nonno di Savona, disperato per la quaratena che gli impediva di vedere l'amato nipotino, ha deciso di togliersi la vita.

Tra gli effetti più devastanti del coronavirus, che aggiungono ulteriore sofferenza al già tanto dolore, vi sono i casi di suicidio. Oggi un nonno, disperato per non poter più vedere il nipote, ha deciso di togliersi la vita.

Si è gettato dalla finestra a Savona un nonno che, come tanti, in questo periodo di quarantena non poteva più avere la gioia di giocare con il proprio amato nipotino. Forse più fragile e sensibile di altri, l’anziano non ha retto la situazione e ha deciso di farla finita lasciando un biglietto struggente per spiegare il suo gesto:

“Non riesco a vedere il mio nipotino. Non ha più senso vivere così”

Probabilmente sapeva ed era cosciente che la situazione che stiamo vivendo è solo temporanea ma, privato del suo affetto più importante “qui e ora”, non ha saputo o voluto aspettare, si è fatto prendere dallo sconforto e ha compiuto un gesto da cui non si può più tornare indietro come racconta Il Secolo XIX

Purtroppo sono tanti gli anziani che stanno vivendo in solitudine questo periodo e che, proprio per questo, hanno deciso di togliersi la vita. Sempre a Savona nei giorni scorsi si è registrato il suicidio di altri due anziani che non hanno più voluto vivere in un modo che non riconoscevano come proprio, lontani dagli amici e dagli affetti, reclusi in casa con il peso dei propri pensieri.

La depressione è un effetto collaterale tra i più pesanti del periodo che stiamo vivendo, assolutamente da non sottovalutare e un problema che non colpisce certo solo gli anziani, anche se spesso le persone più avanti con l’età sono maggiormente vulnerabili.

Sulla situazione degli anziani e il rischio depressione è intervenuto Carlo Vittorio Valenti, direttore del Dipartimento di salute mentale e dipendenze dell’ Asl 2 di Savona che a Il Secolo XIX ha dichiarato:

“Non bisogna sentirsi soli, è una fase passeggera, che verrà superata. Può accadere di sentirsi demoralizzati in questa situazione. Gli anziani non possono vedere figli e nipoti, ma torneranno a farlo. I centri di salute mentale sono sempre aperti e se la situazione è grave, gli operatori possono anche andare a casa. La disperazione del momento può essere affrontata con un supporto telefonico e anche per un breve periodo, atto a spezzare la situazione depressiva. È importante che le persone sappiano che può accadere di sentirsi demoralizzati in una situazione del genere. Ma è altrettanto importante cercare un aiuto, perché è superabile. La depressione è caratterizzata proprio dal fatto che la persona vede il tempo che si ferma senza più riuscire a guardare avanti. L’aiuto in questo caso rimette in moto il tempo e ristabilisce il giusto ordine delle cose”.

In tutta Italia sono molti gli psicologi e psicoterapeuti che, in questo periodo, stanno offrendo gratuitamente i loro servizi online per aiutare le persone a superare i momenti di difficoltà. Non bisogna aver timore di chiedere aiuto.

Non lasciamo soli i nostri nonni, facciamogli sentire sia pure da lontano la nostra presenza, cerchiamo di rassicurarli e, nel caso notassimo situazioni di solitudine particolari o altri campanelli d’allarme, mobilitiamoci in prima persona per cercare aiuto.

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