Noam Chomsky, linguista e filosofo fa una lunga riflessione sulla situazione attuale che sta vivendo il mondo con il coronavirus
“L’emergenza coronavirus è grave ma la supereremo, ciò che mi preoccupa sono altre crisi dell’umanità: la guerra nucleare e il riscaldamento globale”. Noam Chomsky, linguista, filosofo, scienziato cognitivista, teorico della comunicazione, accademico e attivista politico, interviene su DiEM25 TV intervistato da Srecko Horvat fa una lunga riflessione sulla situazione attuale che sta vivendo il mondo e sull’assalto neoliberista ‘che ha lasciato gli ospedali impreparati’.
“Il coronavirus è grave e non va sottovalutato- spiega Chomsky- ma bisogna ricordare che ci sono due minacce molto più grandi, peggiori di qualsiasi altro orrore della storia dell’umanità. La prima è la minaccia di una guerra nucleare e l’altra del riscaldamento globale”, spiega.
Novantuno anni, analista politico americano, prima dell’intervista viene presentato come una guest star, un uomo che ha influenzato il pensiero di tante generazioni.
“Il coronavirus è orribile può avere conseguenze terrificanti, ma ci sarà una ripresa. Mentre se le altre due minacce non saranno fermate, è finita”, spiega ancora. Il suo pensiero ruota attorno a un dato: “L’assalto neoliberista ha lasciato gli ospedali impreparati. Un esempio per tutti: sono stati tagliati i posti letto in nome dell’efficienza”.
Secondo Chomsky, le minacce globali sono state intensificate proprio dall’approccio alle politiche neoliberali. Cosa succederà alla fine di questa crisi? “O ci saranno stati più autoritari oppure sarà necessaria una ricostruzione della società”.
Da analista politico, poi si sofferma sugli Stati Uniti, paese che impone sanzioni e obbliga altri stati a seguire l’esempio.
“Anche l’Europa segue il maestro. Ma la cosa ironica in questo momento è che Cuba sta aiutando l’Europa, mentre la Germania non può aiutare la Grecia”, spiega Chomsky ricordando anche migliaia di immigrati e rifugiati morti nel Mediterraneo.
“In un mondo civilizzato, i paesi ricchi darebbero assistenza a chi ne ha bisogno, invece di strangolarlo. Adesso forse, con l’emergenza, è il momento di capire che tipo di mondo vogliamo”. E condanna il fatto che non siano state prese ancora misure di una mobilitazione simile a quella bellica. “Abbiamo bisogno di questa mentalità per superare questa crisi a breve termine, che può essere affrontata dai paesi ricchi”.
Incalzato sulla questione neoliberale, il filosofo torna sul tema, spiegando che la crisi è proprio dovuta al fallimento del mercato. “Da tempo si poteva immaginare che si verificassero delle pandemie. Avrebbero potuto lavorare sui vaccini, sullo sviluppo di una protezione per potenziali pandemie da coronavirus, e con lievi modifiche avremmo potuto avere i vaccini disponibili oggi Questa volta, rispetto al passato, si sarebbe potuto fare, ma la peste neoliberale ha bloccato tutto”.
Un’altra certezza di Chomsky è quella che “Non c’è nessuna credibilità nell’affermazione che il virus sia stato diffuso deliberatamente”.
“I Paesi come Cina, Corea del Sud, Taiwan, hanno cominciato a fare qualcosa e sembra siano riusciti a contenere almeno la prima ondata di crisi. Anche in Europa, in una certa misura, è successo questo. La Germania, che si era mossa appena in tempo, ha un buon sistema ospedaliero e ha agito in modo altamente egoistico, senza aiutare gli altri, ma almeno ha attuato per se stessa un ragionevole contenimento. Altri Paesi l’hanno semplicemente ignorato, come il peggiore di loro, il Regno Unito. Ma i peggiori di tutti sono gli Stati Uniti”.
Cosa rimarrà di tutta questa situazione, una volta che l’emergenza sarà finita?
“C’è la possibilità che la gente si organizzi, si impegni e si arrivi a un mondo diverso, migliore, che riesca ad affrontare i problemi come la guerra nucleare e la catastrofe ambientale, prima che sia troppo tardi”. Ma se siamo arrivati a un momento critico dell’esistenza, non è solo per colpa del coronavirus. “Ci troviamo in una situazione di isolamento sociale che può essere superato aiutando chi è in difficoltà, facendo progetti per il futuro, trovando risposte ai problemi globali”, chiosa Chomsky lanciando un ultimo messaggio: “Si può fare. Non sarà facile, ma gli esseri umani hanno affrontato tanti problemi in passato”.
Fonte: DiEM25 TV
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