Tonno in scatola: occhio a olio e specie. Le marche promosse e bocciate da Altroconsumo

Altroconsumo ha confrontato 24 marche di tonno valutando qualità, sicurezza, etichetta e gusto. Ecco la classifica dei migliori e peggiori

La rivista Altroconsumo ha analizzato e confrontato le marche più note e utilizzate di tonno in scatola, un prodotto che la maggior parte degli italiani ha sempre in dispensa, dato che è a lunga conservazione e versatile in quanto ad uso in cucina.

Gli esperti di laboratorio di Altroconsumo hanno preso in esame 24 differenti marche di tonno all’olio di oliva e all’olio extravergine di oliva, venduti comunemente in supermercati e discount all’interno di scatolette dal peso variabile (da 60 a 111g). Tutti i prodotti sono stati esaminati dai tecnici ma anche sottoposti al giudizio di un gruppo di esperti.

Il test ha voluto valutare caso per caso:

  • la qualità (si è analizzato anche il profilo degli acidi grassi dell’olio di copertura, con l’obiettivo di individuare l’olio utilizzato e smascherare eventuali frodi)
  • la sicurezza al consumo (freschezza della materia prima, contaminazione da metalli in particolare mercurio e cadmio, presenza di difetti come tracce di ossidazione o zone bruciate ma anche presenza di corpi estranei come le lische o residui di pelle e squame)
  • le caratteristiche organolettiche (è stato analizzato il contenuto in sale e addirittura il DNA del tonno, per risalire alla specie e capire anche se vi era corrispondenza con quanto riportato in etichetta)
  • la completezza delle etichette: si è verificato che vi fossero riportate tutte le informazioni obbligatorie per legge e se vi erano anche quelle facoltative (ad esempio la zona e il metodo di pesca).

Tutte le marche di tonno sono state anche assaggiate per valutarne il gusto sia da esperti che da un gruppo di consumatori.

I risultati

I risultati del test hanno decretato un vincitore, ossia il tonno che ha ricevuto un punteggio complessivo più alto e poi un tonno considerato “migliore acquisto”, valutando il rapporto qualità prezzo.

Il tonno migliore è risultato l’As do mar tonno trancio intero mentre il migliore acquisto è il tonno Ardea all’olio.

Buoni punteggi hanno ottenuto anche i seguenti tonni, in classifica subito dopo l’As do mar trancio intero:

  • AS DO MAR Tonno all’olio di oliva
  • SELEX Tonno all’olio di oliva
  • CALLIPO Tonno all’olio di oliva
  • FRATELLI CARLI Tonno all’olio di oliva
  • RIO MARE Tonno all’olio di oliva pescato a canna
  • CONSORCIO Tonno in olio di oliva
  • CONAD Piacersi tonno leggero in una goccia di olio di oliva
  • NOSTROMO Tonno all’olio
  • ANGELO PARODI Trancio di tonno in olio di oliva
  • RIO MARE Tonno all’olio d’oliva
  • NOSTROMO Basso in sale tonno all’olio extravergine

Punteggi più bassi hanno ottenuto invece le seguenti marche che rimangono sotto la sufficienza e classificate come “qualità media”:

  • NIXE (Lidl) Tonno all’olio di oliva
  • MAREBLU Leggero solo un filo d’olio d’oliva
  • MAREBLU Vero Sapore olio extravergine, non si sgocciola
  • CARREFOUR Tonno a pinne gialle all’olio di oliva
  • PESCANTINA Tonno all’olio extravergine di oliva biologico
  • MARUZZELLA Tonno in olio di oliva
  • ATHENA (Eurospin) Tonno all’olio di oliva 80 g
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Foto © Altroconsumo

QUI potete vedere la classifica completa. Tutti gli altri dettagli relativi al test li trovate su Altroconsumo.

Come scegliere il tonno in scatola

A chi mangia tonno in scatola, Altroconsumo fornisce anche alcuni consigli utili per scegliere questo prodotto al meglio. Innanzitutto chi vuole fare una scelta più sostenibile dovrebbe acquistare le marche che utilizzano tonnetto striato, dato che non è considerato fra le specie a rischio di estinzione, piuttosto che il tonno a pinna gialla (che però è più pregiato) la cui sopravvivenza è invece maggiormente minacciata.

Attenzione anche alla zona di pesca, alcune sono consigliate altre sconsigliate in base alla situazione locale dei tonni:

  • Consigliate: Pacifico occidentale e centrale: FAO 61, 71, 81
  • Sconsigliate: Oceano Atlantico: FAO 31, 34, 41, 47; Oceano Indiano: FAO 51, 57

Vi è poi il discorso del metodo di pesca, tra i più utilizzati vi è quello con reti a circuizione con utilizzo di FAD, oggetti galleggianti che attirano pesci indipendentemente dalla specie e che dunque sono responsabili della morte di altri animali (tra cui i delfini) che vi finiscono incastrati. Anche la pesca con palamiti (o palangari) non è sostenibile.

Si dovrebbe prediligere invece la pesca a canna e la pesca con reti a circuizione su banchi liberi, ossia sistemi selettivi che quindi evitano la morte di altre specie.

Un consiglio sempre valido è quello di leggere l’etichetta valutando tutti gli aspetti.

Fonte: Altroconsumo

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