Bombe in Siria su ben 10 scuole – tra cui due scuole materne – e un ospedale, uccidendo nove bambini (21 civili in tutto).
Ancora bombe sulla Siria. E non ovunque a dilaniare un territorio già martoriato, ma su ben 10 scuole – tra cui due scuole materne – e un ospedale, uccidendo nove bambini (21 civili in tutto) e tre insegnanti. Si è trattato di “attacchi aerei e attacchi a terra” nella provincia di Idlib nella Siria nordoccidentale, come li definisce la Union of Medical Care and Relief Organizations stilando una lista di 81 civili “gravemente feriti” (tra cui 40 bambini e donne).
In questo scenario di guerra, dunque, non si risparmia proprio nessuno: all’Idlib Central Hospital sono stati feriti tre infermiere e un medico dopo l’attacco aereo che ha gravemente danneggiato la struttura.
È per questo che “l’ospedale, che ha curato più di 11mila pazienti in un mese, è stato costretto a chiudere a causa dei rischi per la sicurezza posti da attacchi aerei mirati”, dicono alla CNN.
Secondo i dati di Save the Children, in questa fase caratterizzata dall’escalation del conflitto, quello di ieri è il più alto numero di edifici scolastici colpiti in un solo giorno a Idlib, almeno dall’inizio del 2019. Dall’inizio del 2020, sono già 22 le scuole bombardate in tutto.
Una feroce offensiva, quindi, quella di queste ultime ore, delle forze del regime hanno combattuto volte a impadronirsi di Idlib, l’ultima roccaforte dei ribelli e dei combattenti jihadisti che hanno cercato di rovesciare il presidente siriano Bashar al-Assad dal 2011. Qui, circa tre milioni di persone vivono in condizioni disperate.
“Le scuole devono essere un luogo sicuro per i bambini, anche in una zona di conflitto. Gli attacchi di oggi sono l’ennesima conferma che i combattimenti nella nord-ovest della Siria hanno raggiunto livelli catastrofici di violenza contro i bambini e contro i civili che vanno ben oltre ciò che è accettabile nei conflitti. Moltissime famiglie sono state costrette a fuggire dalle loro abitazioni in cerca di un minimo di sicurezza e stabilità, ma continuano, sia di giorno che di notte, a vivere nel terrore perché su di loro continuano a piovere bombe. A Idlib nessun posto è sicuro, nemmeno le scuole. Chiediamo a tutte le parti in conflitto di garantire la protezione di cui hanno bisogno ai bambini e ai civili, così come vanno protette le scuole e gli ospedali, affinché i bambini possano studiare ed essere curati. Le leggi internazionali in materia di diritti umani devono essere rispettate, senza più nessuna scusa”, conclude Sonia Khush, Direttrice di Save the Children in Siria.
Un susseguirsi di sangue e distruzione, ma prendere di mira scuole e asili è un autentico crimine di guerra ed è la stessa UOSSM a denunciare questi attacchi barbarici contro bambini, insegnanti e strutture mediche, esigendo che la comunità internazionale ritenga immediatamente responsabili gli autori di crimini di guerra e che ogni possibile misura venga adottata per proteggere i 500mila bambini sfollati che sono in chiaro e presente pericolo.
Fonti: Union of Medical Care and Relief Organizations / CNN / Save the Children
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