Lavorare all'uncinetto nelle sale d'attesa dell'ospedale, aiuta le donne con tumore al seno a non pensare alla malattia e a combattere con più serenità
Chi arriva nel reparto oncologico per affrontare le terapie contro il cancro è spesso preda di forte ansia, stress e brutti pensieri. A combattere queste sensazioni negative e far sì che la lotta contro la malattia sia più proficua e serena può riuscire un semplice uncinetto oltre che la compagnia e il sostegno di altre donne.
Lavorare all’uncinetto nelle sale d’attesa della struttura in cui si è in cura per una patologia tumorale. È questa l’idea e il progetto sviluppato nei reparti oncologici di una serie di ospedali dislocati un po’ in tutta Italia: da Messina a Torino, da Latina a Milano, ma anche a Biella e Bergamo.
Le donne che combattono il tumore al seno vengono aiutate a lavorare all’uncinetto (se già non sanno farlo) dai volontari di Gomitolo Rosa, associazione che promuove il lavoro a maglia per contribuire al benessere dei pazienti e favorire la solidarietà verso soggetti più deboli, attraverso il recupero delle lane autoctone. Al progetto partecipano però anche altre associazioni del territorio.
In pratica nella sala di attesa, invece diventare preda di brutti pensieri, le donne hanno l’opportunità di svagarsi e socializzare creando esagoni di diversi colori, simili a centrini, realizzati appunto all’uncinetto.
Fieri di far parte di FAVO – Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia #ilfilocheunisce vicino ai #malati ogni giorno. ♥️🧶♥️
Posted by Gomitolorosa on Tuesday, February 11, 2020
Di bello c’è anche che la lana utilizzata nel progetto viene in qualche modo salvata dalla discarica e di fatto rimessa in circolo con creazioni che sono poi effettivamente adoperate. Gli esagoni realizzati dalle donne, infatti, verranno successivamente uniti a formare delle coperte che saranno donate ai senzatetto.
Come ha spiegato Ivana Apolloni di Gomitolo Rosa, l’associazione nazionale a capo del progetto, a CafèTv di Latina:
“Utilizziamo una lana non assorbita dal mercato e che altrimenti verrebbe bruciata o sotterrata e la trasformiamo in un messaggio a scopo solidale . Questo materiale scartato dalle mercerie si presta alla creazione di oggetti che ri-utilizziamo nel sociale, creando una vera e propria economia circolare: coperte, sciarpe, mantelle. Lavorare ad un progetto unico aiuta a sentirsi meno soli. La nostra missione è far capire l’importanza che può avere la lanaterapia come terapia alternativa soprattutto in ambito oncologico, dove lo stress e le incertezze sono maggiori”.
La stanza del reparto Breast Unit, dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina, ha una porta sempre aperta per tutte le pazienti in cerca di un po’ di sollievo dai cattivi pensieri. E le volontarie raccontano che effettivamente tante persone si affacciano incuriosite e magari iniziano a lavorare evitando di pensare all’imminente operazione a cui devono sottoporsi, alle pesanti terapie, ecc.
Un bel sollievo, per quanto possibile, per queste donne guerriere!
Fonte: ilcaffe.tv
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