Cannabis in cucina: fissati i limiti di THC da rispettare negli alimenti

Il nuovo decreto del Ministero della Salute ha fissato i limiti di THC da non superare negli alimenti preparati con Cannabis sativa

Gli alimenti a base di canapa sono sempre più diffusi e ormai non è raro trovare sugli scaffali semi di canapa, olio ricavato dai semi, farine e altri prodotti derivati dalla Cannabis sativa.

Fino a oggi, però, non erano ancora stati fissati limiti per il contenuto di cannabinoidi all’interno di questi alimenti.
D’ora in poi, invece, biscotti, taralli, pane e prodotti da forno realizzati con la canapa, così anche come simil-formaggi vegani, tofu, birra alla canapa e altre bevande, dovranno rispettare i limiti riportati nella nuova normativa.

Con il decreto del Ministero della Salute, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, la legge ha ora stabilito che l’olio di canapa non dovrà contenere più di 5 milligrammi di THC per chilo, limite che scende a 2 milligrammi per chilo per quanto riguarda integratori e alimenti diversi dall’olio, come semi, farine e prodotti derivati.

L’attesa pubblicazione in Gazzetta fa chiarezza su un settore che negli ultimi anni – rileva Coldiretti – ha visto un vero e proprio boom, dai biscotti e dai taralli al pane, dalla farina di all’olio, ma c’è anche chi la usa per produrre ricotta, tofu e una gustosa bevanda vegana, oltre che la birra., ha commentato Coldiretti.

Per il momento, l’elenco dei cibi regolamentati riportato nell’allegato al decreto comprende solo semi, farine e olio, ma sarà aggiornato periodicamente in base a nuove scoperte.

I semi di canapa, così come l’olio e le farine da essi derivati, sono comunque praticamente privi di tetraidrocannabinolo e in generale di cannabinoidi, presenti soprattutto nella resina prodotta dalle ghiandolee che si trovano sulle brattee delle infiorescenze femminili.

Nessuna novità per quanto riguarda altri prodotti a base di canapa, tra cui ad esempio i cosmetici e la nota “erba legale”, dopo lo stralcio della normativa che rendeva legittima la vendita.

La normativa che disciplina la filiera continua a limitarsi a regolamentare la coltivazione, mentre il decreto appena pubblicato norma solo uno dei comparti legati alla canapa, lasciando di fatto circa tremila aziende senza regole chiare.

In ogni caso, come sottolinea Coldiretti, il decreto risponde alle centinaia di aziende agricole che hanno investito nella coltivazione della canapa, facendo aumentare di 10 volte gli ettari di terreni coltivati nel nostro Paese, che sono passati dai 400 ettari nel 2013 ai 4000 del 2018.

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