Gli studi che negano il rapporto tra uova e colesterolo alto potrebbero essere il risultato di ricerche finanziate dal settore. A dirlo una metanalisi
Le uova aumentano i livelli di colesterolo? Le ricerche che negano questo rapporto potrebbero essere il prodotto di studi finanziati dal settore e dunque il risultato di un conflitto di interessi. A dirlo una nuova metanalisi.
Un nuovo studio di revisione pubblicato sull’American Journal of Lifestyle Medicine mostra che la ricerca finanziata dall’industria delle uova minimizza il pericolo legato all’aumento del colesterolo in seguito all’assunzione di questo alimento.
A sostenere ciò sono i ricercatori del Physicians Committee for Responsible Medicine (PCRM), un’organizzazione di patrocinio che promuove una dieta a base vegetale. Il team ha esaminato 153 studi pubblicati dal 1950 a marzo 2019 che hanno valutato l’effetto delle uova sui livelli di colesterolo nel sangue. I ricercatori si sono concentrati anche su chi aveva finanziato le ricerche e sul capire se, tali fonti, avevano in qualche modo influenzato i risultati dello studio.
Le conclusioni mostrano che la percentuale di studi finanziati dall’industria è aumentata nel tempo, dallo 0% negli anni ’50 al 60% dal 2010 al 2019, secondo l’autore dello studio Neal Barnard, professore associato i medicina presso la George Washington University e presidente del PCRM:
“Negli ultimi anni, l’industria delle uova ha cercato di neutralizzare l’immagine malsana delle uova come prodotto per aumentare il colesterolo finanziando ulteriori studi e distorcendo l’interpretazione dei risultati” ha dichiarato Barnard senza mezzi termini.
Complessivamente, oltre l’85% degli studi, finanziati dall’industria o meno, ha dimostrato che le uova hanno effetti sfavorevoli sul colesterolo nel sangue. Le ricerche finanziate dall’industria, tuttavia, avevano maggiori probabilità di minimizzare questi risultati. Cioè, sebbene i dati dello studio dimostravano un aumento del colesterolo, le conclusioni avevano spesso riferito che le uova non avevano avuto alcun effetto. Circa la metà (49%) degli studi finanziati dall’industria riportavano conclusioni discordanti con i risultati effettivi delle ricerche, rispetto al 13% degli studi non finanziati dall’industria.
E gli autori citano come esempio concreto uno studio del 2014 effettuato sulle matricole del college presso la Wayne State University. In quell’occasione agli studenti era stato chiesto di consumare due uova a colazione per 5 giorni alla settimana per 14 settimane. Questo alto consumo era stato associato a un colesterolo LDL medio, noto come colesterolo “cattivo”, aumentato di 15 milligrammi per decilitro di sangue. Nonostante questo cosa concludevano i ricercatori?
“ulteriori 400 mg / die di colesterolo alimentare non hanno avuto un impatto negativo sui lipidi nel sangue”
Praticamente si negava l’evidenza. Avrebbero potuto dire, come ha affermato Barnard, che la variazione del colesterolo non aveva raggiunto un significato statistico, poiché la dimensione del campione era troppo piccola oppure che l’aumento era dovuto al caso. Invece, hanno scritto che gli aumenti non si sono verificati affatto e questo a suo dire sarebbe da imputare alla malafede.
Il problema più grande è che questi studi influenzano poi le linee guida e le raccomandazioni internazionali che, in seguito ai risultati che mostrano l’innocuità delle uova sul fattore colesterolo, in alcuni casi hanno ammorbidito di molto le posizioni ufficiali relative al consumo di questi alimenti.
“Le uova aumentano il colesterolo, punto. La scienza è chiara “, ha concluso il professor Barnard.
Non sappiamo davvero più di chi fidarci…
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