Troppi animali a bordo della nave affondata in Romania: si salvano solo 32 pecore su 14mila

La nave si è ribaltata perché sovraccarica e, delle 14mila pecore coinvolte nell'incidente ne sono state tratte in salvo solo 32: colpa dei soccorsi lenti.

Riprendono i tentativi di salvataggio per le pecore rimaste coinvolte nel ribaltamento della Queen Hind avvenuto la scorsa domenica. Sulla nave mercantile stavano viaggiando oltre 14mila pecore, quando si è rovesciata al largo, a circa un centinaio di metri dal porto di Midia, in Romania. La nave si è probabilmente ribaltata poiché troppo carica.

A seguito dell’incidente e dopo aver salvato l’equipaggio, si è tentato di salvare anche le pecore intrappolate all’interno della nave.

I soccorsi sono iniziati poche ore dopo l’incidente, ma sono però stati sospesi durante la notte per poi essere ripresi al mattino e questo ha provocato la morte di numerose pecore. Sembra infatti che su 14.600 percore a bordo solo 33 siano sopravvissute.

Gli attivisti di Animals International si sono recati sul posto e hanno documentato con immagini e video ciò che sta accadendo.

I terribili filmati girati negli ultimi giorni dagli investigatori di Animal International dimostrano che la mancanza di un protocollo di emergenza e di una una rigida legislazione relativa al trasporto di animali facilità il verificarsi di tragedie simili.

“Questa tragedia si sarebbe potuta evitare se esistessero procedure per tali emergenze e, soprattutto, se la Romania esportasse carne anziché animali vivi.
Sospettiamo un sovraccarico della nave e una scarsa distribuzione del peso che ha portato all’inclinazione della nave e al ribaltamento su un lato”, accusa Gabriel Păun, direttore di Animals International.

Le immagini girate il giorno dell’incidente mostrano infatti una quantità impressionante di pecore ammucchiate contro il lato della nave in procinto di affondare.

Pecore Romania
Il giorno successive, da nuove riprese sono ben visibili i corpi di diverse pecore che galleggiano intorno alla nave, ormai senza vita.

Pecore Romania

“Le immagini che abbiamo girato mostrano migliaia di animali ammassati sulle pareti laterali della nave prima che finisca sott’acqua e che gli animali affoghino, seguite dalle riprese mattutine di animali morti che galleggiano sull’acqua. La nave è stata abbandonata di notte e nessuna operazione di salvataggio è stata eseguita al mattino per i poveri animali ”, ha aggiunto Păun.

Non è la prima volta che avvengono incidenti simili e la stessa Queen Hind è già stata oggetto di ripetuti guasti mentre trasportava animali vivi, che si sono trovati poi alla deriva per giorni.

Dopo l’incidente della scorsa domenica, gli attivisti chiedono al Ministero dell’agricoltura e a quello dei trasporti di indagare sulle cause della tragedia e di verificare se sia stata rispettata la normativa sul benessere degli animali durante il trasporto.

L’esportazione di animali vivi continua a crescere sia all’interno che all’esterno dell’Europa: le esportazioni europee di animali vivi sono aumentate da un valore di quasi un miliardo di euro nel 2000 a circa 3 miliardi nel 2018.

La Queen Hind era diretta in Arabia Saudita, paese che ha da poco iniziato a importare animali vivi dalla Romania, dopo la recente firma di un accordo commerciale. Oltre all’Arabia Saudita, gli animali sono destinati anche al Sudan, Somalia, Giordania, Libano, Israele e Kuwait, paesi che non riescono a far fronte alla crescente domanda di carne.

Le associazioni animaliste hanno più volte sollevato preoccupazioni in merito al commercio di animali verso i paesi del Medio Oriente perché l’esportazione fuori dall’Europa rende impossibile verificare se i requisiti europei in materia di trasporto.

Gli animali si trovano spesso costretti a viaggiare in condizioni orribili, ammassati nelle stive delle navi senza che vengano rispettate le regole sulla densità massima consentita. Durante i mesi estivi gli animali rischiano di morire durante il trasporto a causa delle temperature elevate, oppure, come è avvenuto per la Queen Hind, le navi vengono caricate in modo eccessivo.

Per garantire il rispetto delle normative e tutelare il benessere degli animali,  gli attivisti chiedono nuovamente che vengano vietate le esportazioni di animali vivi dall’Europa verso paesi extra-UE.

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