Quali sono gli additivi alimentari più presenti nei nostri piatti? E quanto sono pericolosi? Proviamo a fare il punto della situazione
Il cibo trasformato, come è noto, è spesso ricco di additivi alimentari non sempre innocui per la salute. A fare il punto della situazione su questi ingredienti, aggiunti ai cibi e alle bevande con diversi scopi, è stata in Francia l’ANSES e il mensile dei consumatori QueChoisir.
Partiamo dalla buona notizia: gli alimenti trasformati contengono meno additivi di prima, almeno secondo quanto afferma l‘ANSES, Agenzia nazionale (francese) per la sicurezza sanitaria, nel suo inventario sull’uso degli additivi negli alimenti trasformati, pubblicato di recente.
Secondo quando sostiene l’Agenzia francese, vi è “un calo nell’uso degli additivi più utilizzati” tra il 2008 e il 2018. Ma c’è ancora molto da fare, dato che ben il 78% dei prodotti sul mercato attualmente contiene questi ingredienti e quasi la metà (47%) ne ha almeno 3.
Solo 4 additivi hanno subito un piccolo aumento nell’utilizzo ma sarebbe di poco conto soprattutto perché si tratta di ingredienti classificati come verdi (ossia accettabili secondo la valutazione comparativa di QueChoisir).
Si tratta di:
- carotenoidi (E160a, coloranti)
- carbonati di sodio (E500, lievito in polvere)
- pectine (E440, agenti gelificanti)
- antociani (E163, coloranti)
Carotenoidi e antociani sono coloranti naturali che molte volte vanno a sostituire i coloranti sintetici e anche la pectina è di origine naturale.
Gli 8 additivi più presenti
Sono oltre 300 gli additivi consentiti ma non tutti vengono utilizzati. Solo il 42% si trova in almeno il 2% degli alimenti e solo 8 sono usati frequentemente (in oltre il 10% degli alimenti).
Si tratta di:
- Acido citrico (E330) – Regolatore di acidità: si trova nel 23% dei prodotti (ad esempio 2% di salumi ma 75% di frutta in scatola). Considerato Giallo (tollerabile, vigilanza per alcune popolazioni)
- Amidi modificati (raggruppano più di 10 additivi diversi) – utile all’ispessimento: si trova nel 22% dei prodotti (salse piccanti, ad esempio). A seconda del tipo può essere verde, giallo o arancione (poco raccomandabile).
- Lecitine (E322) – emulsionanti: si trova nel 17% di prodotti, tra cui il 94% di cioccolato e prodotti a base di cioccolato o l’88% di latte per neonati e l’84% di barrette di cereali. Giallo (tollerabile, vigilanza per alcune popolazioni).
- Mono e digliceridi degli acidi grassi (E471) – Emulsionanti o agenti gelificanti: si trova nel 15% dei prodotti ma fino al 77% di gelati e sorbetti, 54% di pane e 25% di cereali per la colazione. Arancione
- Acido ascorbico (E300) – antiossidante: si trova nel 13% dei prodotti. Verde
- Xanthan Gum (E415) – ispessimento: si trova nel 13% dei prodotti. Giallo
- Gomma di guar (E412) – ispessimento: si trova nel 12% dei prodotti. Giallo
- Carragenesi (E407) – gelificante: si trova nel 10% dei prodotti – Giallo
I sopracitati additivi sono onnipresenti in alcune categorie ma, purtroppo, non sono del tutto innocui. Si tratta principalmente di sostanze utili a migliorare la texture di un alimento e che dunque non vengono utilizzati per scopi sanitari.
I prodotti peggiori in cui troviamo additivi sono dolci e dessert surgelati, prodotti di gastronomia freschi, gelati e sorbetti. In questi casi possiamo trovare insieme addirittura 10 additivi! Questi sono molto presenti anche nei cibi destinati ai bambini (il 28% dei quali contiene ad esempio amidi modificati).
Un discorso a parte va fatto per altri additivi, ancora troppo presenti nei prodotti che consumiamo. Parliamo di:
- Nitrito di sodio, alquanto controverso e ancora utilizzato nel 71% dei salumi ma anche nel 40% degli snack surgelati o nel 27% dei prodotti freschi per il catering. Il tasso del 71% è comunque inferiore di 4 punti rispetto al 2008.
- Nitrato di potassio, è presente nel 31% dei salumi
- Colorante al caramello, si trova nel 12% delle bevande rinfrescanti non alcoliche
- Tartrazina, presente nel 9% degli sciroppi
Come sottolinea QueChoisir, c’è un ulteriore problema. Anche se in etichetta non vediamo presenti gli additivi sopracitati, dobbiamo fare comunque attenzione, non è detto che i prodotti siano “puliti”. Le alternative ai tradizionali additivi potrebbero essere ingredienti che “hanno le stesse proprietà, ma senza essere soggetti alle stesse normative, quindi agli stessi controlli”.
Come sempre il consiglio è quello di consumare il più possibile alimenti freschi e di stagione, evitando quelli trasformati o confezionati.
Importante poi sempre leggere le etichette scegliendo anche in base all’elenco degli ingredienti che deve essere il più breve e più “pulito” possibile.
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