Stessa paga per la nazionale maschile e femminile in Australia. Un accordo storico sancisce la parità di genere nel calcio

Sì, il titolo è corretto. Dall’Australia arriva una novità che nel nostro paese sarebbe qualcosa di assolutamente impensabile: le retribuzioni delle squadre di calcio maschili e femminili saranno equiparate!

In una dichiarazione rilasciata nei giorni scorsi, la Australian Football Federation (FFA) ha annunciato che le giocatrici della squadra femminile riceveranno lo stesso stipendio dei giocatori del team maschile quando difenderanno i colori della nazionale. L’accordo è uno straordinario passo avanti per la parità di genere nello sport.

Le Westfield Matildas o Matildas , come vengono affettuosamente chiamate le giocatrici professioniste australiane, avranno diritto alle stesse condizioni di lavoro dei Caltex Socceroos o semplicemente Socceroos, soprannome con cui sono conosciuti i giocatori di calcio maschile.

Entro il 2023, Matildas e Socceroos condivideranno equamente il 24% delle entrate pubblicitarie del calcio australiano per gli atleti. Da questo 24%, i giocatori impegneranno una quota del 5% da reinvestire nelle squadre nazionali giovanili australiane, garantendo un livello minimo di investimento nelle generazioni future.

Il nuovo accordo riflette la determinazione del calcio ad affrontare le questioni di equità di genere in tutte le sfaccettature del gioco e a costruire un modello finanziario sostenibile che vada a premiare i giocatori all’aumentare delle entrate della Nazionale.

“Il calcio è lo sport del mondo e questo nuovo accordo collettivo rappresenta un ulteriore passo verso l’adozione di valori di parità, integrazione e pari opportunità” ha dichiarato Chris Nikou, presidente della FFA.

Il direttore generale della FFA, David Gallop, ha poi aggiunto che la parità di retribuzione è stata possibile perché la squadra maschile ha accettato di condividere le entrate con le giocatrici. Per Mark Milligan, capitano della squadra australiana, la squadra femminile ha ottenuto “ciò che merita”.

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Francesca Biagioli

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