Per evitare la catastrofe e salvare il pianeta e la popolazione dobbiamo cambiare il modo in cui viviamo e dobbiamo farlo subito
Oltre 11mila scienziati di tutto il mondo hanno lanciato un avvertimento chiaro e inequivocabile: la Terra sta affrontando un’emergenza climatica e se non agiamo subito e in modo davvero efficace non avremo speranze.
Già 40 anni fa, i ricercatori di 50 nazioni si incontrarono alla Prima Conferenza mondiale sul clima di Ginevra, concordando che fosse indispensabile agire da subito per contrastare i cambiamenti climatici.
Da allora, avvertimenti simili sono stati fatti attraverso il vertice di Rio del 1992, il protocollo di Kyoto del 1997 e l’accordo di Parigi del 2015, nonché decine di altre assemblee globali.
Tuttavia, le misure prese dai governi sono state insufficienti e le emissioni di gas serra hanno continuato ad aumentare in modo preccupante, con effetti sempre più dannosi sul clima terrestre.
Oggi, gli scienziati sottolineano l’importanza di dire le cose come stanno poiché ritengono di avere l’obbligo morale di avvertire chiaramente l’umanità di qualsiasi minaccia catastrofica.
Secondo i ricercatori di tutto il mondo sono necessari un immenso aumento degli sforzi e importanti trasformazioni nella società globale per contrastare la crisi climatica ed evitare sofferenze indicibili per la popolazione di tutto il mondo.
Secondo uno studio appena pubblicato sulla rivista BioScience, per far fronte all’emergenza ambientale, politici e cittadinanza devono agire su diversi fattori e devono farlo immediatamente.
La nuova ricerca, condotta dagli ecologisti William Ripple e Christopher Wolf presso la Oregon State Universit, ha considerato 40 anni di dati che mostrano come le attività umane abbiano influenzato il pianeta. Tali attività includono il consumo di combustibili fossili, le emissioni di anidride carbonica, i tassi di deforestazione e l’aumento delle temperature globali.
Gli autori avvertono che i cambiamenti climatici si stanno intensificando più rapidamente di quanto molti scienziati abbiano previsto, minacciando gli ecosistemi naturali e il destino dell’umanità e hanno identificato le aree chiave in cui governi, imprese e cittadini devono apportare cambiamenti drastici e urgenti.
Per salvare il Pianeta e noi stessi occorre innanzitutto ridurre immediatamente l’uso di combustibili fossili: tutti i paesi dovrebbero sostituire i combustibili fossili con fonti di energia rinnovabile e allo stesso tempo investire in tecnologie per abbattere le emissioni di anidride carbonica e di altre sostanze inquinanti, come metano e idrofluorocarburi.
I governi dovrebbero anche porre fine ai sussidi per le aziende inquinanti e i paesi più ricchi dovrebbero sostenere le nazioni più povere nel passaggio a fonti energetiche più pulite.
Gli autori dello studio hanno poi sottolineato l’importanza di contenere la crescita della popolazione, un argomento molto controverso.
La popolazione aumenta al ritmo di 200mila persone al giorno, circa 80 milioni all’anno. Una tale crescita demografica è insostenibile e serve una pianificazione in questo senso per ridurre il tasso di natalità.
È poi indispensabile proteggere e ripristinare gli ecosistemi, tra cui foreste, barriere coralline e savane che assorbono e immagazzinano naturalmente l’anidride carbonica dall’atmosfera.
Lo studio sostiene inoltre che le persone dovrebbero mangiare principalmente alimenti di origine vegetale, che non solo migliorerebbero la salute, ma ridurrebbero le emissioni di gas serra provocate dagli allevamenti.
Infine, i governi dovrebbero dare priorità alla protezione dell’ambiente anziché concentrarsi sulla crescita del PIL e sulla ricerca della ricchezza.
Per garantire un futuro al Pianeta e a noi stessi, dobbiamo cambiare il modo in cui viviamo, trasformando in modo importante il modo in cui la nostra società funziona e interagisce con gli ecosistemi naturali.
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Tatiana Maselli