Un gruppo di scienziati ha provato a dipingere le mucche a strisce scoprendo che il bodypainting che le fa somigliare a zebre allontana i tafani
Potrebbe sembrare alquanto bizzarro, ma un nuovo studio ha scoperto che può essere utile dipingere le mucche a strisce, facendole somigliare a delle zebre.
Ricerche precedenti avevano già dimostrato che la striatura tipica delle zebre può proteggere questi animali dai morsi di tafano e altri insetti che si nutrono del sangue dei mammiferi.
Da alcuni esperimenti era infatti emerso che mosche e altri insetti tendono a evitare di posarsi su superfici a strisce bianche e nere, forse perché il pattern disturba la loro visione come accade a noi umani con le illusioni ottiche.
Un team di scienziati ha così deciso di provare a dipingere le mucche per renderle simili alle zebre e ha scoperto che le mucche-zebra hanno il 50% in meno di probabilità di essere morse dagli insetti rispetto alle mucche non dipinte.
Durante l’esperimento, i ricercatori hanno notato che nelle mucche-zebra i movimenti compiuti normalmente per allontanare gli insetti erano inferiori del 20%, segno che meno mosche si stavano posando sulle mucche dipinte.
Secondo gli scienziati, dipingere le mucche a strisce potrebbe essere il modo migliore per tenere lontani gli insetti dal bestiame, apportando benefici all’ambiente.
I colori utilizzati per il bodypainting delle mucche sono infatti atossici, economici, più salutari per il bestiame e meno inquinanti per l’ambiente.
“Tafani e insetti sono gravi parassiti del bestiame e causano perdite economiche nella produzione animale” hanno spiegato gli autori dello studio “Abbiamo scoperto che dipingere strisce simili a quelle delle zebre sulle mucche può ridurre del 50% l’incidenza delle punture delle mosche.
Questo lavoro fornisce un’alternativa all’uso di pesticidi convenzionali per mitigare gli attacchi dei tafani sul bestiame, migliorando il benessere degli animali e la salute umana, oltre a contribuire a risolvere il problema della resistenza ai pesticidi nell’ambiente”.
Chiaramente se non esistessero gli allevamenti non dovremmo nemmeno lavorare per trovare soluzioni a questo tipo di problematiche, ma poiché l’allevamento di bestiame a scopo alimentare è una realtà, è comunque utile cercare alternative meno inquinanti e dannose per l’ambiente, per gli animali e per l’uomo, anche se singolari.
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Tatiana Maselli
Photo credit: Plos One