Cambia l’ISEE, le novità su nucleo familiare, isee corrente e precompilato introdotte dal DL Crescita

L’Isee avrà un diverso periodo di validità e di riferimento, per quanto riguarda redditi e patrimoni da prendere in considerazione.

Arriverà presto il nuovo Isee: il decreto Crescita ha infatti introdotto nuove regole che in sostanza allungano la validità dell’indice che misura la ricchezza delle famiglie e ne facilitano l’accesso.

L’indicatore della situazione economica equivalente avrà infatti un diverso periodo di validità e di riferimento, per quanto riguarda redditi e patrimoni da prendere in considerazione. Inoltre, dal 2020 sarà possibile usufruire dell’Isee precompilato, mentre diventano meno stringenti i requisiti per richiedere l’Isee corrente.

In più, oltre al periodo di validità differente, la dichiarazione Isee, o la Dsu – la dichiarazione sostitutiva utile a richiedere quasi tutte le agevolazioni e le prestazioni di assistenza (il reddito di cittadinanza per esempio) – potrà essere aggiornata nel caso in cui ci siano variazioni significative di reddito del nucleo familiare, compresa la decadenza da un sussidio.

Cambiano anche le regole in merito alla composizione del nucleo familiare: per effetto delle modifiche introdotte dal DL n.4/2019, infatti, i coniugi separati o divorziati saranno considerati come parte dello stesso nucleo familiare nel caso in cui continuino a risiedere nella stessa abitazione, anche se risultino in due stati di famiglia distinti.

Cosa cambia, l’Isee precompilato

Posto che nella dichiarazione Isee devono essere sempre indicati dati come l’auto posseduta o il conto corrente, la casa o la carta prepagata al libretto postale o eventuali condizioni di disabilità e riportati i redditi e i beni posseduti relativi a ogni componente del nucleo familiare (non al solo dichiarante), il nuovo Isee sarà precompilato, per cui si troveranno già pronte le informazioni derivanti dalle banche dati dell’Inps e delle Entrate, come:

  • dati anagrafici;
  • dati relativi ai redditi conseguiti: le informazioni saranno ricavate dalle banche dell’Agenzia delle entrate e dell’Inps e saranno in più indicate tutte le prestazioni fornite dall’Inps, come la Naspi e le altre indennità di disoccupazione, le prestazioni esenti da tassazione (accompagno, reddito d’inclusione, reddito e pensione di cittadinanza);
  • dati relativi alle retribuzioni in essere: sarà possibile conoscere in tempo reale l’ammontare dello stipendio normalmente percepito dal lavoratore grazie alla Co Unilav, la comunicazione obbligatoria inviata dal datore di lavoro, nella quale si deve indicare la retribuzione annua del neoassunto;
  • dati relativi agli immobili posseduti;
  • dati relativi ai patrimoni mobiliari e finanziari posseduti, come titoli, conti correnti, libretti, carte.

A presentarla possono essere tutti coloro che necessitano di un’agevolazione, ad esempio per il pagamento della mensa scolastica o delle tasse universitarie, e da chi ha bisogno id alcune prestazioni di assistenza, come il bonus bebè.

In base alle nuove disposizioni del decreto Crescita, tutte le dichiarazioni Isee presentate nel 2019 saranno valide sino al 31 dicembre 2019. Mentre, per le Dsu presentate dal 1° gennaio 2020, la validità partirà dalla data di invio della dichiarazione e terminerà il 31 dicembre dello stesso anno.

Isee corrente

Il decreto Crescita prevede anche nuove disposizioni sull’Isee corrente, ovvero sulla possibilità di aggiornare la Dsu in corso di validità per adeguarla alle condizioni esistenti. Nello specifico, sarà possibile richiedere l’Isee corrente se almeno un componente della famiglia si trova in una delle seguenti situazioni:

  • il suo rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato è cessato, anche negli ultimi 2 mesi;
  • la sua attività lavorativa dipendente a tempo indeterminato è stata sospesa, anche negli ultimi 2 mesi;
  • il suo orario di lavoro sia stato ridotto, se dipendente a tempo indeterminato, anche negli ultimi 2 mesi;
  • la sua occupazione a tempo determinato o flessibile è cessata, purché possa dimostrare di essere stato occupato per almeno 120 giorni nei 12 mesi che precedono la conclusione dell’ultimo rapporto di lavoro;
  • la sua attività di lavoro autonomo è terminata, se svolta in via continuativa per un minimo di 12 mesi.

Con le nuove modifiche normative, è prevista la possibilità presentare l’Isee corrente anche nel caso in cui siano interrotti eventuali trattamenti di assistenza, di previdenza e indennità e nell’ipotesi in cui la famiglia subisca uno scostamento reddituale del 25%.

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Germana Carillo

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