Un ricercatore giapponese coltiva frutta e verdura in modo sostenibile senza bisogno di terra e luce e manodopera e con il 90% di risparmio di acqua
Frutta e verdura coltivate senza terra e senza bisogno di personale: è il nuovo metodo messo a punto dal giapponese Yuichi Mori per far fronte alla carenza di terreno e di manodopera.
Il sistema brevettato dalla sua azienda, la Mebiol, è un’evoluzione dell’idroponica, tecnica colturale in crescita in tutto il mondo.
Mori coltiva piante edibili in ambienti chiusi a temperatura e luce controllate, utilizzando un film polimerico costituito da un idrogel, un dispositivo originariamente utilizzato in campo medico per filtrare il sangue nei trattamenti di dialisi e che si è rivelato utile per far crescere i vegetali risparmiando il 90% di acqua.
Il gel consente infatti di trattenere e conservare liquidi e sostanze nutritive, eliminando la necessità di utilizzare la terra e abbattendo sensibilmente il consumo di acqua.
Inoltre il substrato su cui le piante possono svilupparsi non consente la crescita di virus e batteri, rendendo superfluo l’uso di pesticidi.
Il sistema è stato progettato proprio per far fronte ai bisogni della popolazione in costante aumento: si stima infatti che gli abitanti del Pianeta nel 2050 saranno 9,8 miliardi, contro i 7,6 attuali.
La crescita demografica rende necessarie nuove terre da destinare alla coltivazione, ma d’altra parte una quota del suolo ancora disponibile dovrà essere riservato all’urbanizzazione e inoltre è indispensabile conservare le foreste ancora esistenti.
Le aziende stanno scommettendo sulle opportunità commerciali legate alla crescente domanda alimentare e sul potenziale del mercato delle macchine per aumentare le rese.
Il governo giapponese sta finanziando la ricerca per la progettazione di 20 tipi diversi di robot in grado di lavorare in agricoltura, dalla semina alla raccolta delle colture. I piccoli robot non solo consentiranno di aumentare i raccolti, ma rappresenteranno anche una soluzione alla mancanza di manodopera. I giovani infatti non hanno interesse a lavorare nei campi e in un decennio i produttori agricoli in Giappone sono diminuiti da 2,2 a 1,7 milioni.
L’uso della tecnologia e della coltura idroponica ha permesso al Giappone di espandere la produzione di frutta e verdura.
La produttività del metodo di coltivazione di Mori è cento volte superiore rispetto ai metodi tradizionali e potrebbe rivoluzionare il settore agricolo non solo in Giappone. Il sistema messo a punto da Mori infatti consentirebbe di produrre alimenti in zone del mondo in cui le risorse idriche sono limitate o dove il degrado ambientale non consente più l’uso del terreno per l’agricoltura.
Il sistema progettato da Mori è già stato adottato in oltre 150 località all’interno del Giappone e in regioni oltreconfine tra cui il deserto degli Emirati Arabi.
Il metodo viene anche sfruttato per ricostruire le aree agricole nel nord-est del Giappone contaminate da sostanze provenienti dall’incidente nucleare avvenuto a marzo del 2011.
Leggi anche: