ll governo inglese metterà all'asta quattro blocchi in mare aperto per la costruzione di impianti eolici che forniranno al paese energia pulita
ll governo inglese metterà all’asta quattro blocchi in mare aperto per la costruzione di impianti eolici che forniranno al paese energia pulita nel suo piano di dire addio progressivamente a fonti fossili e nucleari in 10 anni.
Il Regno Unito sta valutando seriamente soluzioni per ridurre le emissioni da combustibili fossili e per sostituire le centrali nucleari e di carbone nell’arco di dieci anni.
Il governo ha stimato che potrebbero essere necessari investimenti fino a 100 miliardi di sterline perché il Paese possa passare a energie più pulite entro i prossimi dieci anni e ha deciso di compiere un primo passo per accelerare il passaggio verso l’uso di fonti rinnovabili.
Il Regno Unito infatti indirà un concorso per dare in locazione zone in cui le aziende vincitrici potranno installare impianti eolici off-shore.
Il concorso dovrebbe attirare investimenti per 20 miliardi di sterline e le pale eoliche saranno in grado di fornire alla rete del paese 7 gigawatt, pari all’energia prodotta da circa otto centrali nucleari di medie dimensioni.
I blocchi individuati dal governo su cui verranno installate le pale eoliche sono quattro: si tratta di zone in mare aperto che potrebbero attirare l’interesse degli investitori poiché la profondità dei fondali è di circa 60 metri e le aree confinano con progetti eolici esistenti.
Inoltre oggi i costi legati all’eolico sono diminuiti e i progressi tecnologici consentono di installare turbine di dimensioni maggiori e più produttive.
A gestire l’asta sarà La Crown Estate, società che gestisce le acque intorno a Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord.
“Con l’enorme riduzione dei costi verificatasi con l’eolico offshore, la tecnologia avrà un ruolo chiave da svolgere nella decarbonizzazione del sistema energetico britannico”, ha commentato Huub den Rooijen, direttore per l’energia, i minerali e le infrastrutture della Crown Estate.
I blocchi potrebbero essere assegnati alle aziende vincitrici già nel 2021 ma perché i nuovi impianti inizino a produrre energia pulita bisognerà aspettare ancora altri dieci anni.
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Tatiana Maselli