Scoperto l’intrigante modo in cui le cellule di mamma e feto comunicano per 9 mesi

Come comunicano mamma e feto per il tempo della gestazione? Lo spiega un nuovo studio che prospetta anche nuovi farmaci per le nascite pretermine.

Come comunicano mamma e feto per il tempo della gestazione? Lo spiega un nuovo studio che prospetta anche nuovi farmaci per le nascite pretermine.

La pancia è grossa, gigantesca, e lui si muove ininterrottamente, lo si sente sguizzare come un’anguilla. Quanti fastidi, ma che bello! Il periodo della gravidanza è uno di quelli più magici, forse l’unico, nella vita di una donna, quello in cui si instaura già un intimo legame con quell’esserino che si fa attendere. Mamma e feto comunicano, si sa, ma in che modo?

A svelarlo è uno studio condotto dall‘University of Texas Medical Branch, a Galveston, che svela i misteri che circondano il modo in cui le cellule di una donna incinta e le cellule del suo feto comunicano durante la gravidanza.

Gli esosomi fetali, in pratica, segnalano al corpo della madre che gli organi sono giunti a completa maturazione, il che innescherebbe il travaglio e poi il parto. Si tratta di informazioni grazie alle quali gli scienziati potranno sviluppare nuovi metodi non invasivi per monitorare ed eventualmente migliorare la salute del feto.

Durante la gravidanzadice Ramkumar Menon, autore senior dello studio – vi è una comunicazione costante tra cellule materne e fetali utilizzando ‘sacche’ piene di sostanze chimiche chiamate esosomi. Le nostre ricerche precedenti hanno dimostrato che gli esosomi fetali segnalano al corpo della madre che gli organi sono completamente maturati, il che innesca il travaglio e il processo che porta al parto. Abbiamo cercato di saperne di più sulla portata e le capacità di questo sistema di comunicazione al fine di sviluppare nuovi modi per monitorare e supportare il feto durante la gravidanza”.

Dalle analisi è venuto fuori che isolare e rintracciare gli esosomi fetali che viaggiano verso la parte materna è un utile indicatore della salute e dello sviluppo del feto che può essere misurato in campioni di sangue materno. Allo stesso modo, il percorso degli esosomi dal lato materno al feto produce cambiamenti funzionali.

Abbiamo appena ricevuto un contratto triennale – racconta Menon – per testare un nuovo approccio nel trattamento delle nascita pretermine. Verificheremo l’utilità di farmaci racchiusi in esosomi che possono potenzialmente attraversare la barriera della placenta, raggiungere il feto e prevenire l’infiammazione fetale, una delle principali cause della nascita pretermine per la quale non esiste attualmente alcun trattamento farmacologico”.

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Germana Carillo

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